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In quel tempo,
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà
davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo
lo riconoscerà davanti agli angeli di
Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli
uomini, sarà rinnegato davanti agli
angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo,
gli sarà perdonato; ma a chi
bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà
perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle
sinagoghe, ai magistrati e alle autorità,
non preoccupatevi di come o di che cosa
discolparvi, o di che cosa dire, perché
lo Spirito Santo vi insegnerà in quel
momento ciò che bisogna dire».
Medita
Il cammino che conduce Gesù e i
suoi amici verso Gerusalemme è lungo e
numerose sono le occasioni perché il
Maestro offra riflessioni e stimoli sulla
realtà del Regno di Dio. Una lieta
novella che richiede una scelta di
vita molto esigente. Il capitolo 11 del
vangelo ci ha consegnato la fragilità
umana segnata dalla ipocrisia. Con oggi
inizia il capitolo 12 che ci
accompagnerà per molti giorni e subito
troviamo una esplicita condizione per
accedere al Regno: la testimonianza.
Al tempo di Gesù, testimoniare la fede
nel Nazareno poteva costituire un
problema: lo sappiamo da Saulo, divenuto
poi Paolo, che perseguitava i cristiani.
Conosciamo dalla storia i duri periodi
vissuti e che ancora vivono i cristiani.
Oggi è cambiata la geografia non la
sostanza di una persecuzione contro i
cristiani che si mostra con mille volti.
Anche a casa nostra.
Ma, certamente, la debolezza della
condizione umana emerge con grande forza
non solo in occasioni terribili o
particolari, ma ogni volta che ci
sottraiamo ad una testimonianza, come
quella quotidiana, che, per un cristiano,
dovrebbe essere ovvia.
Conosciamo molti modi per non riconoscere
il Figlio di Dio e, talvolta, sappiamo
pure rinnegarlo, quando se ne presenta
loccasione. Molto spesso abbiamo
una relazione con Gesù intimistica che
non conosce ladesione aperta e
visibile nella società; altre volte ci
limitiamo alla partecipazione eucaristica,
senza dare prova della nostra fede nel
corso della settimana. Al lavoro come nel
tempo libero, a scuola come nello sport,
il cristiano non può vivere la propria
appartenenza religiosa part-time.
Per Riflettere
Cristiani a tutto tondo e per
tutto il giorno. Non per
addolcire linsegnamento
del Maestro, ma per viverlo nel mondo
mantenendo la cifra del cristiano:
Vivendo in città greche e barbare, come
a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai
costumi del luogo nel vestito, nel cibo e
nel resto, testimoniano un metodo di vita
sociale mirabile e indubbiamente
paradossale. Vivono nella loro patria, ma
come forestieri; partecipano a tutto come
cittadini e da tutto sono distaccati come
stranieri. Ogni patria straniera è
patria loro, e ogni patria è straniera (A
Diogneto V-VI).
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