Ascolta
Gesù si trovava
in un luogo a pregare; quando ebbe finito,
uno dei suoi discepoli gli disse:
«Signore, insegnaci a pregare, come
anche Giovanni ha insegnato ai suoi
discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate,
dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane
quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni
nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Medita
Il cammino che conduce a
Gerusalemme è lungo e permette al
Maestro e ai suoi discepoli di discutere
su molte questioni. Tra queste, il tema
della preghiera, parrebbe non rilevante:
tutti i giudei conoscevano libri interi
di preghiere, come il Salterio, ed ogni
ebreo aveva una certa familiarità con
lAntico Testamento, ricco di
cantici, inni, lodi. Gesù, come tutti
gli ebrei, frequentava la sinagoga e
saliva a Gerusalemme per le
feste religiose, prima fra tutte Pesah,
la Pasqua ebraica.
Ma ogni rabbino che si rispettasse, ogni
maestro che avesse un certo seguito,
Giovanni il Battista compreso, pur
rimanendo nel solco dei libri sacri, era
solito produrre e consegnare ai discepoli
testi di spiritualità, comprese le
preghiere. La richiesta dei discepoli di
Gesù si comprende, dunque,
allinterno di una prassi
consuetudinaria.
È la risposta che è spiazzante. Il
testo di Luca, che la Chiesa fin dalle
origini ha abbandonato per la versione di
Matteo, presenta un brano che condensa in
poche battute il compito che il Figlio di
Dio cercò di attuare tra noi: emerge la
continuità con il ceppo ebraico nella
discontinuità portata
dallEmmanuele. La prima parte del
Padre nostro affonda le radici nei libri
dellAntico Testamento; la seconda
parte costituisce la novità più tipica
del messaggio del Nazareno. Pensiamo alla
reazione dei suoi amici e di quanti si
servivano, e si servono, di questa
preghiera quando pregano la petizione sul
perdonare i peccati commessi dagli altri
nei nostri confronti.
Facile chiedere a Dio il perdono dei
nostri, quanto di più attuale e di più
difficile concedere il nostro perdono
agli altri. Atteggiamento richiesto dai
cristiani.
Per Riflettere
Preghiera per eccellenza, il
Padre nostro fu giustamente definito come
il breviario, la sintesi, il compendio di
tutto il vangelo (Tertulliano, De
oratione 1, 6). Servircene, significa,
accettare e vivere secondo le petizioni
che pronunciamo, forse, senza renderci
bene conto di quello che professiamo.
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