
Crocefisso di
San Damiano in Argento

Quadri Sacri
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18 DVD
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GIOVEDÌ
3 Novembre 2011
Vangelo secondo Luca (15,1-10)
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Questo Mese è stato interamente
curato da
Silvia Nannipieri |
Ascolta
In quel tempo, si
avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo: "Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro". Ed egli disse
loro questa parabola: "Chi di voi, se ha
cento pecore e ne perde una, non lascia le
novantanove nel deserto e va in cerca di quella
perduta, finché non la trova? Quando l'ha
trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle,
va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice
loro: "Rallegratevi con me, perché ho
trovato la mia pecora, quella che si era perduta".
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un
solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di
conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci
monete e ne perde una, non accende la lampada e
spazza la casa e cerca accuratamente finché non
la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche
e le vicine, e dice: "Rallegratevi con me,
perché ho trovato la moneta che avevo perduto".
Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli
angeli di Dio per un solo peccatore che si
converte".
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Medita
Questo brano si apre con
unaffermazione straordinaria: tutti (forse
è unesagerazione ma vuol dire almeno tanti)
coloro che accettavano di lavorare per gli
oppressori del proprio popolo e gli altri
peccatori si avvicinavano a Gesù. E questo non
per minacciarlo ma per ascoltarlo. Ha
dellincredibile. Molti di loro accettarono
di mettersi in discussione e si lasciarono
cambiare la vita dallincontro con Gesù
più di quanti invece avevano molto meno da farsi
perdonare.
I farisei e gli scribi (i credenti impegnati e
consapevoli) invece si scandalizzano e
disapprovano, intavolano discussioni con lui ma
non tanto per ascoltarlo quanto per essere
ascoltati. Loro conoscono già tutte le risposte.
Dal canto suo Gesù, da buon ebreo, risponde
spesso a delle domande con altre domande. Le sue
però non sono mai dottrinali, anche quando parla
con i dotti Gesù passa al piano esistenziale,
alla sfera del cuore e della ragione. Di fronte
al mormorare perbenista Lui propone di riflettere
sulla gioia, e una gioia collettiva, da
condividere, che scaturisce da ogni comunione
riconquistata, da ogni unione ricomposta.
Il Sacramento della Riconciliazione è spesso
vissuto come un rito privato, una faccenda tra
noi e Dio. E difficile riuscire a viverlo
come un evento ecclesiale quale in effetti è. Il
nostro peccato infrange la comunione, danneggia
tutti, il nostro pentimento e la conversione del
cuore ricuciono, risanano, ricostruiscono.
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Per
Riflettere |
Pensiamo mai al Sacramento della Confessione come
alla vigilia di una festa?
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