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In quel tempo,
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che
vengono a voi in veste di pecore, ma
dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti
li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o
fichi dai rovi? Così ogni albero buono
produce frutti buoni e ogni albero
cattivo produce frutti cattivi; un albero
buono non può produrre frutti cattivi,
né un albero cattivo produrre frutti
buoni. Ogni albero che non dà buon
frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Medita
Questo brano di vangelo di
Matteo, sempre preciso nel far risaltare,
per contrasto, i tratti della nuova
legge cristiana rispetto a quella
giudaico-mosaica, mette sul
tappeto il discorso della
credibilità dei
profeti, di coloro cioè, che
secondo letimologia della parola,
parlano in nome di Dio. E qui
Gesù è chiarissimo (e come potrebbe non
esserlo essendo Lui la Verità e giocando
quindi in casa con Dio suo Padre?!)
nellammonire con forza:
Guardatevi dai falsi
profeti
. Gesù non si attarda
a ricercare le cause del falso profetismo
dando per scontato che attiene al mistero
del male che in tutto il corso della
storia spuntino i falsi profeti, così
come funghi velenosissimi spuntano
accanto a quelli mangerecci, al punto da
non saperli distinguere. Non perde tempo
e disquisire, ma offre un criterio sicuro
per discernere e smascherare i
falsi profeti
che
si presentano in veste di
pecora, ma che in realtà sono
lupi rapaci. Gesù quindi
ammonisce con decisione di non lasciarsi
ingannare dalle false apparenze, dai bei
discorsi, dalle belle maniere di chi si
presenta come messaggero di Dio, ma di
andare al nocciolo della questione e
cioè di badare ai comportamenti concreti.
Gesù invita a verificare se tra il loro
dire e il loro fare non vi sia per caso
di mezzo il mare
Viene in mente
quello che si dice della veridicità di
un miracolo e cioè che la verità
del miracolo è il miracolato.
Potrebbe essere parafrasata così questa
bella considerazione: La
attendibilità e la credibilità di un
profeta e anche quella di un genuino
discepolo di Gesù, è data dal suo
comportamento, dalla coerenza tra quello
che dice e quello che fa. La credibilità
della profezia è data dal profeta.
Anche santAgostino, di lì a circa
quattro secoli dopo, dirà con una delle
sue fulminanti massime: Dà ciò
che comandi!, che tradotto
significa Sii coerente, se no non
ti crede nessuno! E si può anche
ricordare quanto affermato da Gesù in
altra circostanza: Fate quello che
vi dicono, ma badate bene di non fare
quello che fanno. In definitiva
Gesù ci sta dicendo: Credete solo
a me
che sono la Verità, che mi
comporto totalmente come Dio comanda e
come gradisce che faccia ogni sua
creatura, che sono mite e umile di cuore,
che sono coerente con quello che
annuncio
. Ma come si fa a non
credergli quando come prova della Verità
di quel che dice si gioca la Vita? Ma
come si fa a farsi distrarre da altro,
mentre si sta percorrendo questa Via?
Preghiamo
Beato luomo che non entra
nel consiglio dei malvagi, non resta
nella via dei peccatori e non siede in
compagnia degli arroganti, ma nella legge
del Signore trova la sua gioia, la sua
legge medita giorno e notte. È come
albero piantato lungo corsi dacqua,
che dà frutto a suo tempo: le sue foglie
non appassiscono e tutto quello che fa,
riesce bene. (Salmo 1)
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