Ascolta
In quel tempo,
Gesù disse ai farisei e agli scribi
questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne
perde una, non lascia le novantanove nel
deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova?
Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la
carica sulle spalle, va a casa, chiama
gli amici e i vicini e dice loro:
Rallegratevi con me, perché ho
trovato la mia pecora, quella che si era
perduta. Io vi dico: così vi sarà
gioia nel cielo per un solo peccatore che
si converte, più che per novantanove
giusti i quali non hanno bisogno di
conversione».
Medita
Le parabole
inventate da Gesù e riportate
dallevangelista Luca sono
considerate dei veri e propri
gioielli del Vangelo perché,
come avviene con un lampo di temporale
nel buio della notte, illuminano lo
scenario dei punti nevralgici del
rapporto dellessere umano con il
Suo Signore. In questo brano, quello
della pecorella smarrita,
levangelista descrive curiosamente
i diversi e contrastanti atteggiamenti di
due categorie di persone che si
avvicinano a Gesù: i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo e i
soliti farisei e scribi per farlo
cadere in trappola; infatti, mentre
lo avvicinavano, mormoravano.
E Gesù, nel rispondere con la storiella
notissima della pecorella smarrita, si
rivolge indistintamente agli uni e agli
altri, tanto ha a cuore di rivelare come
il Padre tenga alla salvezza di tutti
quanti i suoi figli, nessuno escluso! Ed
è un padre che sprizza di gioia quando
trova la pecorella smarrita, se la mette
in spalla, torna a casa, vuole
condividere questa gioia chiamando gli
amici e anche i vicini
come farebbe
ognuno a cui capitasse di non trovare
nellovile la centesima pecorella.
Curioso questo Gesù nel suo modo di
ragionare; curioso perché da per
scontato che il comportamento di
qualunque pastore sia uguale a quello di
Dio Padre di cui dice: Ci sarà
più gioia in cielo per un peccatore
convertito che per novantanove giusti che
non hanno bisogno di conversione!
Non si preoccupa, Dio Padre, di conoscere
le cause dello smarrimento della
pecorella, non fa analisi psicologiche o
tavole rotonde e neppure cade nel senso
di colpa per non averla saputa custodire,
ma parte e va a cercarla. (commovente
anche notare la differenza tra questo
comportamento dellandare a cercarla
lasciando addirittura incustodito
lovile e quello tenuto nel caso del
figliol prodigo
dove il
Padre rimane fermo a casa ad aspettarlo,
sicuro che il figlio, prima o poi,
sarebbe tornato; dovrebbe bastare questa
sottolineatura a persuadere chi si è
smarrito
a lasciarsi ritrovare e
chi se ne andato per libera scelta, a
considerare che cè sempre a casa
qualcuno che attende con ansia il suo
ritorno). Che bello fare contento Dio! In
fondo si accontenta di così poco!
Preghiamo
Questo sacramento del tuo amore,
o Padre, ci attiri verso il Cristo, tuo
Figlio, perché, animati dalla stessa
carità, sappiamo riconoscerlo nei nostri
fratelli. Per Cristo nostro Signore. (dalla
liturgia)
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