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Giovedì
16 Giugno 2011
Dal Vangelo secondo Matteo 6, 7-15
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Questo Mese è stato interamente
curato da
Massimo Salani |
Ascolta
"Pregando non
sprecate parole come i pagani: essi credono di
venire ascoltati a forza di parole. Non siate
dunque come loro, perché il Padre vostro sa di
quali cose avete bisogno prima ancora che gliele
chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro
che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra. Dacci oggi il
nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri
debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma
liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete
agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è
nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non
perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro
perdonerà le vostre colpe".
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Medita
Mentre il brano di ieri era centrato
sulla corretta pratica della elemosina, della
preghiera e del digiuno, il testo di oggi si
sofferma sulle parole pronunciate (forse le più
conosciute tra tutte quelle proclamate dal
Signore) sulla preghiera.
Nel campo multiforme delle religioni, il tema
della preghiera è arato con dovizia. Risalta
perciò con forza nel cristianesimo la scelta del
Maestro, quando nell'arco della sua attività
pubblica, ripetutamente appare in preghiera, ed
inaugurando una stagione di grande libertà,
anziché donarci un prezioso elenco di testi, ci
consegna una sola preghiera: il Padre nostro.
Da una parte ci ricorda così, come la ricca
tradizione ebraica (pensiamo al libro dei Salmi)
sia ancora una fonte preziosa dove attingere le
nostre preghiere. Dobbiamo e possiamo servircene.
Dall'altra, invece, esalta, proprio perché unica,
nella preghiera del Nazareno (sia nella versione
di Matteo oggi più diffusa di quella di Luca) la
novità e suggerisce lo stile di quanti aspirano
ad entrare nel Regno di Dio. Non un effluvio di
parole umane che sembrano quasi rimandare ad un
Dio distratto e perciò costretto ad essere
richiamato all'attenzione dei nostri problemi.
Infatti, il testo nella sua prima parte, dove le
petizioni rimandano a Dio rivolgendosi al
Creatore, come nella seconda sezione, dove le
richieste sono prettamente umane presentando le
necessità e le urgenze, raccoglie e riassume la
novità cristiana in forma di preghiera. Si
tratta di acquisire uno stile anche nella
preghiera, che poi non è altro che l'essere
cristiano in ogni ambito della nostra vita.
Terminato il Padre nostro, la pericope di Matteo
si sofferma sulle condizioni perché la preghiera
abbia significato. Richiama la necessità
espressa già in Matteo 5 di superare la logica
offesa - vendetta e di abbracciare la prospettiva
del perdono, l'unica capace di interrompere il
ciclo virtuoso della violenza. Il nuovo stile di
vita del cristiano.
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Per
Riflettere |
Pregare è relazionarsi con Dio.
Incontriamo e comunichiamo con molte persone. E
con Dio?
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