Ascolta
In quel tempo,
Gesù venne nella sua patria e i suoi
discepoli lo seguirono. Giunto il sabato,
si mise a insegnare nella sinagoga. E
molti, ascoltando, rimanevano stupiti e
dicevano: «Da dove gli vengono queste
cose? E che sapienza è quella che gli è
stata data? E i prodigi come quelli
compiuti dalle sue mani? Non è costui il
falegname, il figlio di Maria, il
fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e
di Simone? E le sue sorelle, non stanno
qui da noi?». Ed era per loro motivo di
scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria, tra
i suoi parenti e in casa sua». E lì non
poteva compiere nessun prodigio, ma solo
impose le mani a pochi malati e li guarì.
E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno,
insegnando.
Medita
Dopo l'episodio narrato ieri in
cui viene messa in evidenza la fede come
mezzo per arrivare alla salvezza, nel
brano di oggi si riflette invece su
quella che può essere considerata, per
alcuni aspetti, l'antitesi della fede: l'incredulità,
dovuta alla familiarità e all'abitudine.
L'evangelista infatti si preoccupa di
mettere in luce come la scarsa fede dei
nazareni sia dovuta al fatto che in quel
luogo Gesù è conosciuto, si conosce la
sua occupazione abituale e la sua
famiglia. E la famosa frase Nessuno
è profeta in patria!, che così
spesso citiamo, diventa una sintesi
perfetta di questa situazione.
È il destino di tutti i profeti, sia
nell'Antico, che nel Nuovo Testamento,
come pure nella storia della Chiesa;
coloro che, mossi dallo Spirito, hanno
cercato di vivere la missione di Gesù,
senza condizionamenti, senza mediazioni,
sine glossa, come diceva San Francesco,
hanno dovuto, tutti senza eccezioni,
combattere contro il pregiudizio, spesso
generato dall'abitudine e dalla
familiarità. Solo nello Spirito si
riconosce chi dallo Spirito è animato.
Per Riflettere
Siamo capaci di lasciarci
vivificare dallo Spirito di Dio, guardare
alla realtà dell'annuncio di Gesù senza
ostacolare con i pregiudizi una possibile
rivelazione del Signore? Sappiamo
guardare alla dimensione della profezia
nel nostro tempo senza glorificare il
passato e che magari, in precedenza,
abbiamo combattuto ed ostacolato?
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