Ascolta
In quel tempo,
Giovanni, che era in carcere, avendo
sentito parlare delle opere del Cristo,
per mezzo dei suoi discepoli mandò a
dirgli: «Sei tu colui che deve venire o
dobbiamo aspettare un altro?». Gesù
rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: I
ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i
sordi odono, i morti risuscitano, ai
poveri è annunciato il Vangelo. E beato
è colui che non trova in me motivo di
scandalo!». Mentre quelli se ne andavano,
Gesù si mise a parlare di Giovanni alle
folle: «Che cosa siete andati a vedere
nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?
Allora, che cosa siete andati a vedere?
Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco,
quelli che vestono abiti di lusso stanno
nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa
siete andati a vedere? Un profeta? Sì,
io vi dico, anzi, più che un profeta.
Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio
messaggero, davanti a te egli preparerà
la tua via.
In verità io vi dico: fra i nati da
donna non è sorto alcuno più grande di
Giovanni il Battista; ma il più piccolo
nel regno dei cieli è più grande di
lui».
Medita
Continua il confronto con
Giovanni che assume nel brano di oggi
alcune sfumature che possono apparire
polemiche: nemmeno Giovanni è privo di
dubbi. E, dopo che ha indicato
pubblicamente Gesù come colui che doveva
essere seguito, di fronte ad alcune sue
prese di posizione, chiede spiegazioni. E
Gesù segue con lui la pedagogia di Dio,
la stessa che il Signore aveva seguito
con Abramo; non si offende, non protesta,
prende sul serio i dubbi di Giovanni e li
accoglie, cerca di darne conto, di
rassicurare e di rispondere con i fatti e
non solo con le parole.
Gesù parla ed insegna, ma, allo stesso
tempo si mette in ascolto attento di
coloro che lo circondano, e che non
sempre, e non subito, capiscono che cosa
lui voglia dire. E ci fornisce ad un
tempo due indicazioni: se non
comprendiamo qualcosa della nostra vita,
se la difficoltà ci sovrasta, abbiamo
una possibilità di amore infinita che ci
attende; basta rivolgersi a Lui e la
risposta certamente arriverà. E, di
conseguenza, anche un modello di vita, di
catechesi, di semplice relazione: credere
che tutti procedano al nostro ritmo è
illusione. L'ascolto rimane come unica
risorsa perché la relazione continui, si
approfondisca, produca comunità di amore.
Per Riflettere
Siamo capaci di vivere le nostre
insicurezze mettendole nelle mani del
Signore? Oppure le scacciamo facendo
finta di niente e dando per scontata la
nostra fede?
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