Ascolta
In quel tempo,
mentre si trovavano insieme in Galilea,
Gesù disse ai suoi discepoli: «Il
Figlio dell'uomo sta per essere
consegnato nelle mani degli uomini e lo
uccideranno, ma il terzo giorno
risorgerà». Ed essi furono molto
rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli
che riscuotevano la tassa per il tempio
si avvicinarono a Pietro e gli dissero:
«Il vostro maestro non paga la tassa?».
Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne
dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re
della terra da chi riscuotono le tasse e
i tributi? Dai propri figli o dagli
estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono
liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli,
va' al mare, getta l'amo e prendi il
primo pesce che viene su, aprigli la
bocca e vi troverai una moneta d'argento.
Prendila e consegnala loro per me e per
te».
Medita
Gesù predice la passione:
saranno gli uomini a ucciderlo. I
discepoli si rattristano, cominciano a
capire che la croce fa parte del cammino
del Messia, anche se fanno ancora fatica
ad accettarlo. Il racconto della tassa
del tempio sottolinea ancora una volta
come tutti i discepoli siano chiamati a
seguire le leggi di Dio prima che quelle
degli uomini: questo non significa che
essi non debbano pagare quanto prescritto
dalla legge. Gesù, Figlio di Dio, in
quanto tale è esente dalla tassa che
ogni ebreo è tenuto a pagare. Lui,
Signore del Tempio, si scaglia contro la
gestione che fa del tempio la rinata
classe sacerdotale, non è d'accordo col
clima di esteriorità e superstizione che
sta riducendo il tempio ad una gigantesca
fabbrica di soldi. Ma non vuole
distruggere. Come il suo corpo, anche il
tempio verrà distrutto dagli uomini e
poi risorgerà. Gesù nei confronti del
rispetto dovuto alle istituzioni però
non vuole scandalizzare nessuno, e quindi
paga il tributo, ma ribadisce al tempo
stesso il fatto che i figli sono liberi,
e sottomessi solo a Dio. A Lui solo
devono la prima obbedienza. Quando l'obbedienza
a Dio viene meno, anche la solidarietà
tra gli uomini e il rispetto delle leggi
vengono meno.
Per Riflettere
La fede non chiede e non vuole
privilegi. Chiediamoci come mostriamo
questa affermazione. Sappiamo motivarla
di fronte alle incomprensioni? E davanti
ai tentativi di togliere la fede dallo
spazio pubblico per rinchiuderla nel
privato, sappiamo reagire con forza
cristiana?
|