
PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 10 maggio 2017 |
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La Speranza cristiana - 21. La Madre
della Speranza
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel nostro itinerario di catechesi sulla speranza
cristiana, oggi guardiamo a Maria, Madre della speranza.
Maria ha attraversato più di una notte nel suo cammino
di madre. Fin dal primo apparire nella storia dei vangeli,
la sua figura si staglia come se fosse il personaggio di
un dramma. Non era semplice rispondere con un sì
allinvito dellangelo: eppure lei, donna
ancora nel fiore della giovinezza, risponde con coraggio,
nonostante nulla sapesse del destino che lattendeva.
Maria in quellistante ci appare come una delle
tante madri del nostro mondo, coraggiose fino allestremo
quando si tratta di accogliere nel proprio grembo la
storia di un nuovo uomo che nasce.
Quel sì è il primo passo di una lunga lista
di obbedienze lunga lista di obbedienze!
che accompagneranno il suo itinerario di madre. Così
Maria appare nei vangeli come una donna silenziosa, che
spesso non comprende tutto quello che le accade intorno,
ma che medita ogni parola e ogni avvenimento nel suo
cuore.
In questa disposizione cè un ritaglio bellissimo
della psicologia di Maria: non è una donna che si
deprime davanti alle incertezze della vita, specialmente
quando nulla sembra andare per il verso giusto. Non è
nemmeno una donna che protesta con violenza, che inveisce
contro il destino della vita che ci rivela spesso un
volto ostile. È invece una donna che ascolta: non
dimenticatevi che cè sempre un grande rapporto tra
la speranza e lascolto, e Maria è una donna che
ascolta. Maria accoglie lesistenza così come essa
si consegna a noi, con i suoi giorni felici, ma anche con
le sue tragedie che mai vorremmo avere incrociato. Fino
alla notte suprema di Maria, quando il suo Figlio è
inchiodato al legno della croce.
Fino a quel giorno, Maria era quasi sparita dalla trama
dei vangeli: gli scrittori sacri lasciano intendere
questo lento eclissarsi della sua presenza, il suo
rimanere muta davanti al mistero di un Figlio che
obbedisce al Padre. Però Maria riappare proprio nel
momento cruciale: quando buona parte degli amici si sono
dileguati a motivo della paura. Le madri non tradiscono,
e in quellistante, ai piedi della croce, nessuno di
noi può dire quale sia stata la passione più crudele:
se quella di un uomo innocente che muore sul patibolo
della croce, o lagonia di una madre che accompagna
gli ultimi istanti della vita di suo figlio. I vangeli
sono laconici, ed estremamente discreti. Registrano con
un semplice verbo la presenza della Madre: lei stava
(Gv 19,25), Lei stava. Nulla dicono della sua reazione:
se piangesse, se non piangesse
nulla; nemmeno una
pennellata per descrivere il suo dolore: su questi
dettagli si sarebbe poi avventata limmaginazione di
poeti e di pittori regalandoci immagini che sono entrate
nella storia dellarte e della letteratura. Ma i
vangeli soltanto dicono: lei stava. Stava lì,
nel più brutto momento, nel momento più crudele, e
soffriva con il figlio. Stava.
Maria stava, semplicemente era lì. Eccola
nuovamente, la giovane donna di Nazareth, ormai ingrigita
nei capelli per il passare degli anni, ancora alle prese
con un Dio che deve essere solo abbracciato, e con una
vita che è giunta alla soglia del buio più fitto. Maria
stava nel buio più fitto, ma stava.
Non se ne è andata. Maria è lì, fedelmente presente,
ogni volta che cè da tenere una candela accesa in
un luogo di foschia e di nebbie. Nemmeno lei conosce il
destino di risurrezione che suo Figlio stava in quellistante
aprendo per tutti noi uomini: è lì per fedeltà al
piano di Dio di cui si è proclamata serva nel primo
giorno della sua vocazione, ma anche a causa del suo
istinto di madre che semplicemente soffre, ogni volta che
cè un figlio che attraversa una passione. Le
sofferenze delle madri: tutti noi abbiamo conosciuto
donne forti, che hanno affrontato tante sofferenze dei
figli!
La ritroveremo nel primo giorno della Chiesa, lei, madre
di speranza, in mezzo a quella comunità di discepoli così
fragili: uno aveva rinnegato, molti erano fuggiti, tutti
avevano avuto paura (cfr At 1,14). Ma lei semplicemente
stava lì, nel più normale dei modi, come se fosse una
cosa del tutto naturale: nella prima Chiesa avvolta dalla
luce della Risurrezione, ma anche dai tremori dei primi
passi che doveva compiere nel mondo.
Per questo tutti noi la amiamo come Madre. Non siamo
orfani: abbiamo una Madre in cielo, che è la Santa Madre
di Dio. Perché ci insegna la virtù dellattesa,
anche quando tutto appare privo di senso: lei sempre
fiduciosa nel mistero di Dio, anche quando Lui sembra
eclissarsi per colpa del male del mondo. Nei momenti di
difficoltà, Maria, la Madre che Gesù ha regalato a
tutti noi, possa sempre sostenere i nostri passi, possa
sempre dire al nostro cuore: Alzati! Guarda avanti,
guarda lorizzonte, perché Lei è Madre di
speranza. Grazie.
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