Salmo
146 (145) - Inno al Dio che soccorre |
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[1] Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
[2] loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.
[3] Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
[4] Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
[5] Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
[6] che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,
[7] rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
[8] il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
[9] il Signore protegge i forestieri,
egli sostiene lorfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
[10] Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Alleluia.
Il salmo è stato
composto nel tardo postesilio come rivela la sua lingua
aramaicizzante. Esso fa pensare a un tempo di pace, di
normalità, quale si ebbe verso la fine dell'epoca
persiana quando Giuda divenne uno stato teocratico
autonomo con propria moneta fino alla persecuzione di
Antioco IV Epifane (2Mac 4,1s).
Il salmista al proposito personale e di testimonianza di
lodare il Signore per tutta la vita, fa seguire un'ammonizione
basilare: Non confidate nei potenti, in un uomo che
non può salvare. I potenti, che amano circondarsi
di un alone di gloria, non sono dei semidei, sono uomini
che come tutti moriranno: Esala lo spirito e
ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i
suoi disegni. Il salmista tuttavia non fa accenno
ai guai, alle rovine a cui si espone chi confida nell'uomo,
ma, in positivo, dice che è beato, chi ha per
aiuto il Dio di Giacobbe, cioè il Dio dei padri,
il Dio delle promesse e dell'alleanza, riconoscendolo l'unico
Dio, onnipotente creatore: che ha fatto il cielo e
la terra, il mare e quanto contiene".
Egli è fedele per sempre, mai manca alla sua
parola, e il suo governo è giustizia e bontà:
Rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli
affamati.
Poi il salmista con ritmo incalzante presenta a tutti
cinque motivi di confidenza in Dio.
Libera i prigionieri; intendendo ciò in
senso largo: deportati, carcerati ingiustamente, irretiti
in trame di calunnia.
Ridona la vista ai ciechi, dove il cieco è
colui che ha smarrito la via della verità (Dt 28,29; Gb
12,25; Is 29,18; 35,5).
Rialza chi è caduto, cioè chi è caduto nel
peccato.
Ama i giusti, cioè li guida nel giusto
cammino e protegge nei loro passi.
Protegge i forestieri, egli sostiene l'orfano e la
vedova, cioè tre categorie di persone deboli, con
scarsi punti di riferimento.
Poi una severa osservazione: Ma sconvolge le vie
dei malvagi.
Dio è re, regna per sempre. Nessuno lo può
contrastare, limitare il suo potere sovrano, nessuno può
sperare di vincerlo; e il suo regnare è segnato dalla
giustizia, dalla bontà e dalla misericordia.
Il tuo Dio, o Sion, di generazione in
generazione; Dio che ha fatto alleanza con Sion. Ma
l'alleanza è diventata nuova in Cristo; Sion ha
rifiutato la nuova ed eterna alleanza, ma Cristo non
rinuncia al popolo di Sion, ora tronco morto dell'unico
popolo di Dio, il cui tronco vivo è la Chiesa, ma un
giorno il tronco morto diventerà vivo, accogliendo
Cristo e facendo parte della Chiesa (Rm 11,25).
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