La debolezza di Dio davanti alla preghiera del
suo popolo Sabato, 16 novembre 2013
Dio è debole solo davanti alla
preghiera del suo popolo. Dunque è la preghiera
la vera forza delluomo: non ci si deve
stancare mai di bussare alla porta del cuore di
Dio, di chiedere aiuto perché quando è chiamato
a difendere il suo popolo Dio è implacabile.
Lo ha ricordato Papa Francesco durante la messa
celebrata questa mattina, sabato 16 novembre, a
Santa Marta, alla quale hanno assistito con il
cardinale Angelo Comastri e il vescovo Vittorio
Lanzani, rispettivamente arciprete della basilica
di San Pietro e delegato della Fabbrica, i
canonici della basilica vaticana.
Commentando le letture del giorno, il Pontefice
ha voluto innanzitutto sottolineare la protezione
che il Signore offre ai suoi figli quando essi si
rivolgono a lui: «Dio fa, farà, giustizia, ai
suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di
Lui. Così lha fatto: quando chiama Mosè e
gli dice ho sentito il pianto e il lamento del
mio popolo. Il Signore ascolta» (cfr. Luca, 18,
1-8).
«Nella prima lettura ha detto il Papa
abbiamo ascoltato quello che ha fatto il
Signore: quella parola onnipotente dal cielo
viene come un guerriero implacabile. Quando il
Signore prende la difesa del suo popolo è così:
è un guerriero implacabile e salva il suo popolo.
Salva, rinnova tutto: tutto il creato fu
modellato di nuovo, nella propria natura come
prima». Ed è così che, ha detto il Santo Padre
citando ancora il libro della Sapienza (18, 14-16;
19, 6-9), «il Mar Rosso divenne una strada senza
ostacoli e flutti violenti una pianura piena
derba; coloro che la tua mano proteggeva
passarono con tutto il popolo, contemplando
meravigliosi prodigi». La descrizione della loro
salvezza, ha notato, assume addirittura toni
poetici: «Furono condotti al pascolo come
cavalli e saltellarono come agnelli esultanti,
celebrando te, Signore, che li avevi liberati».
Così, ha sottolineato, «è il potere del
Signore quando vuole salvare il suo popolo: forte.
Lui è il Signore. Perché ha sentito la
preghiera del suo popolo; perché ha sentito nel
suo cuore che i suoi eletti soffrivano».
Ma se questa è la forza di Dio, «qual è la
forza dell'uomo?» si è domandato il Pontefice.
È quella stessa che ha testimoniato la vedova di
cui parla il Vangelo, ha spiegato, la quale bussa
in continuazione alla porta del giudice.
«Bussare ha ripetuto chiedere,
lamentarsi di tanti problemi, tanti dolori, e
chiedere al Signore la liberazione da questi
dolori, da questi peccati, da questi problemi».
Questa è la forza delluomo, la preghiera,
«anche la preghiera delluomo umile» ha
precisato, perché se in Dio mai ci fosse una
debolezza, ha spiegato ancora, questa si
manifesta proprio nei confronti della preghiera
del suo popolo, «è la debolezza di Dio. Il
Signore è debole soltanto in questo».
Le letture, ha sottolineato il vescovo di Roma,
fanno opportunamente meditare su «quel potere di
Dio, tanto chiaro e tanto forte», del quale la
Chiesa parla soprattutto nel tempo natalizio,
perché «il culmine della forza di Dio, della
salvezza di Dio, è stato proprio nellincarnazione
del Verbo: Mentre un profondo silenzio
avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà
del suo rapido corso, la tua parola onnipotente
dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero
implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra
di sterminio, portando, come spada affilata, il
tuo decreto irrevocabile. La Chiesa prende
questo testo di liberazione e di forza per
significare che lincarnazione del Verbo è
stata il punto più alto della nostra salvezza».
Oggi «mi piace sentire queste letture ha
confidato Papa Francesco davanti a voi
canonici di San Pietro. Il vostro lavoro è
proprio bussare al cuore di Dio», pregare.
«Pregare il Signore per il popolo di Dio. E voi,
a San Pietro proprio nella basilica più vicina
al Papa, dove si radunano tutte le petizioni del
mondo, voi raccogliete queste petizioni e le
presentate al Signore con la vostra preghiera».
E per rafforzare lidea del servizio che
essi sono chiamati a compiere, il Pontefice ha
riproposto ancora la tenacia della vedova del
Vangelo, quella che chiede ostinatamente
giustizia: «Il vostro è un servizio universale,
un servizio di Chiesa. Voi siete come la vedova:
pregare, chiedere, bussare al cuore di Dio. Ogni
giorno. E non si addormentava mai la vedova
quando faceva questo. Era coraggiosa».
«Il Signore ha proseguito il Santo Padre
ascolta la preghiera del suo popolo. Voi
siete rappresentanti privilegiati del popolo di
Dio in questo ruolo di pregare il Signore per
tanti bisogni della Chiesa, dellumanità,
di tutti». E concludendo ha detto: «Vi
ringrazio per questo lavoro. Ricordiamo sempre
che Dio ha una forza quando lui vuole
che cambia tutto tutto fu modellato
di nuovo, lui è capace di modellare tutto
di nuovo; ma ha anche una debolezza, la nostra
preghiera, la vostra preghiera universale, vicina
al Papa in San Pietro. Grazie di questo vostro
servizio e andate avanti così per il bene della
Chiesa».
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno
CLIII, n. 264, Dom. 17/11/2013) |
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