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Il cibo di Gesù - Martedì, 27 gennaio
2015
«Pregare per avere la voglia di seguire la
volontà di Dio, per conoscere la volontà di Dio
e, una volta conosciuta, per andare avanti con la
volontà di Dio»: è il triplice invito ripetuto
da Papa Francesco durante la messa di martedì
mattina, 27 gennaio, nella cappella della Casa
Santa Marta.
Il Pontefice per la sua riflessione ha preso
spunto dalla preghiera colletta allinizio
della celebrazione, quando è stato chiesto al
Signore: «Guida i nostri atti secondo la tua
volontà, perché portiamo frutti di opere
buone». La sottolineatura riguarda in
particolare ha spiegato «secondo
la tua volontà», perché oggi «questa parola
volontà, la volontà di Dio, pervade
ambedue le letture e anche il salmo responsoriale
della liturgia».
Risalta anzitutto nella prima lettura, tratta
dalla lettera agli Ebrei (10, 1-10), che «dà
una spiegazione dei sacrifici antichi e fa vedere
che non sono capaci di giustificarci. Non hanno
ha detto in proposito Francesco la
forza di darci la giustizia, di perdonare i
peccati. Sono soltanto una preghiera che il
popolo rinnova ogni anno, una richiesta di
perdono. Ma non giustificano, non ne hanno la
forza».
In secondo luogo ritorna con «la profezia» del
salmo 40, che san Paolo riferisce a Cristo per
spiegare «come è iniziato il cammino della
giustificazione». Infatti, ha evidenziato il
Papa, «Gesù, quando entra nel mondo, dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né
offerta (Ebrei, 10, 5), perché sono
provvisori; non dico inutili, provvisori.
Un corpo invece mi hai preparato. Non hai
gradito né olocausti né sacrifici per il
peccato. Allora ho detto: ecco, io vengo per fare,
o Dio, la tua volontà (Ebrei, 10, 5-7)».
E «questo atto di Cristo, di venire nel mondo
per fare la volontà di Dio, è quello che ci
giustifica, è il sacrificio: il vero sacrificio
che, una volta per sempre, ci ha giustificato».
Dunque «Gesù viene per fare la volontà di Dio
e incomincia in una maniera forte, così come
finisce, sulla croce». Il suo percorso terreno
infatti «incomincia annientandosi», come scrive
Paolo ai Filippesi (2, 8): «Annientò se stesso.
Si umiliò, prendendo forma di servo e facendosi
obbediente fino alla croce» (cfr. 2, 7-8). Di
conseguenza, ha proseguito il Pontefice,
«lobbedienza alla volontà di Dio è la
strada di Gesù, che incomincia con questo:
Io vengo per fare la volontà di
Dio». Ed è anche «la strada della
santità, del cristiano, perché è stata proprio
la strada della nostra giustificazione: che Dio,
il piano di Dio, venga realizzato, la salvezza di
Dio venga fatta». Al contrario di quanto
accaduto nel Paradiso terrestre «con la non-obbedienza
di Adamo»: quella disobbedienza, ha specificato
Francesco, che «ha portato il male a tutta
lumanità».
In effetti «anche i peccati sono atti di non
obbedire a Dio, di non fare la volontà di Dio.
Invece, il Signore ci insegna che questa è la
strada, non ce nè unaltra». Una
strada che «incomincia con Gesù, nel cielo,
nella volontà di obbedire al Padre», e sulla
«terra incomincia con la Madonna», nel momento
in cui ella dice allangelo: «Che si faccia
quello che tu dici (cfr. Luca, 2, 38), cioè che
si faccia la volontà di Dio. E con quel
sì a Dio, il Signore ha incominciato
il suo percorso fra noi».
Il Papa si è ancora soffermato
sullimportanza per Gesù di «fare la
volontà di Dio». Lo testimonia lepisodio
successivo allincontro con la samaritana,
quando «in quel mezzogiorno, nel calore di
quella zona un po desertica», allorché i
discepoli gli dissero: «Mangia, maestro», egli
rispose: «No: il mio cibo è fare la
volontà del Padre (cfr. Giovanni 4, 31-34)».
Facendo capire in tal modo che la volontà di Dio
per lui «era come il cibo, quello che gli dava
forza, quello che gli permetteva di andare
avanti». Non a caso spiegherà poi ai discepoli:
«Io sono venuto nel mondo per fare la volontà
di colui che mi ha inviato (cfr. Giovanni, 6, 38),
per compiere unopera di obbedienza».
Eppure, ha osservat0 il vescovo di Roma, neanche
per Gesù è stato facile. «Il diavolo, nel
deserto, nelle tentazioni, gli ha fatto vedere
altre strade», ma non si trattava della volontà
del Padre e «lui lo ha respinto». Lo stesso
accade «quando Gesù non viene capito e lo
lasciano; tanti discepoli se ne vanno perché non
capiscono comè la volontà del Padre»,
mentre «Gesù prosegue nel fare» questa
volontà. Una fedeltà che ritorna anche nelle
parole: «Padre, sia fatta la tua volontà»,
pronunciate «prima del giudizio», la sera in
cui pregando nellorto chiede a Dio di
allontanare «questo calice, questa croce. Soffre
ha commentato il Papa Gesù, soffre
tanto. Ma dice: che sia fatta la tua volontà».
Questo «è il cibo di Gesù, ed è anche la
strada del cristiano. Lui ci ha fatto strada per
la nostra vita, e non è facile fare la volontà
di Dio, perché ogni giorno ci presentano su un
vassoio tante opzioni: fa questo che va
bene, non è male». Invece bisognerebbe subito
chiedersi: «È la volontà di Dio? Come faccio
per compiere la volontà di Dio?». Ecco quindi
un suggerimento pratico: «Prima di tutto
chiedere la grazia, pregare e chiedere la grazia
di voler fare la volontà di Dio. Questa è una
grazia».
Successivamente occorre anche domandarsi: «Io
prego che il Signore mi dia la voglia di fare la
sua volontà? O cerco i compromessi, perché ho
paura della volontà di Dio?». Inoltre, ha
aggiunto, bisogna «pregare per conoscere la
volontà di Dio su di me e sulla mia vita, sulla
decisione che devo prendere adesso, sul modo di
gestire le cose». Dunque, riassumendo: «La
preghiera per voler fare la volontà di Dio e la
preghiera per conoscere la volontà di Dio. E
quando conosco la volontà di Dio» anche una
terza preghiera: «per realizzarla. Per compiere
quella volontà, che non è la mia, ma è quella
di lui».
Francesco si è detto consapevole che tutto ciò
«non è facile» e ha ricordato in proposito la
vicenda del giovane ricco narrata nei Vangeli di
Matteo (19, 16-22) e di Marco (10, 17-22): «Quel
giovanotto tanto buono, del quale dice il Vangelo
che Gesù lo amò perché era giusto. Gesù gli
ha proposto unaltra cosa e lui non ha avuto
il coraggio». Perciò «quando il Padre, quando
Gesù ci chiede qualcosa», bisogna chiedersi:
«È questa la sua volontà?». Certo, «sono
cose difficili, e noi non siamo in grado, con le
nostre forze, di accettare quello che il Signore
ci dice». Ma un aiuto per farlo cè ed è
la preghiera: «Signore, dammi il coraggio, dammi
la forza di andare avanti, secondo la volontà
del Padre».
E il Signore «dia la grazia a tutti noi che un
giorno egli possa dire di noi ha concluso
citando il brano liturgico del Vangelo di Marco (3,
34-35) quello che ha detto di quel gruppo,
di quella folla che lo seguiva, quelli che erano
seduti attorno a lui: Ecco mia madre e i
miei fratelli. Perché chi fa la volontà di Dio,
costui per me è fratello, sorella e madre.
Fare la volontà di Dio ci fa essere parte della
famiglia di Gesù, ci fa madre, padre, sorella,
fratello». Da qui lauspicio che «il
Signore ci dia la grazia di questa familiarità»
con lui; una familiarità che «significa proprio
fare la volontà di Dio».
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno
CLV, n.021, Mer. 28/01/2015)
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