In Dialogo il Teologo Risponde |
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E se la religione fosse
stata creata dalluomo per il bisogno di credere? Non saranno mica stati gli uomini, desiderosi di credere in un dio, a costruire tutta limpalcatura che guida la loro fede? Piergiorgio Castellucci Risponde padre Athos Turchi, docente di filosofia Su questo argomento dire che ci sono biblioteche di libri è minimizzarlo. Il tema è quanto mai dibattuto: nessuno cera allorigine dellumanità per sapere come sono andati i fatti. Di fatto invece cè solo che il sacro e lidea di Dio sono antichi quanto luomo, e le primitive manifestazioni delluomo sono rivolte al sacro, e se cè qualche antica traccia umana sparsa per il mondo è data dal culto per il divino. Quindi è possibile fare qualsiasi tipo di supposizioni. E infatti da sempre gli uomini si sono domandati comè che nella mente umana è presente questa idea: «Dio». Che non risponda a niente di tutto ciò che è visibile, toccabile, sperimentabile e verificabile è talmente evidente che perciò ci si chiede da dove possa essere provenuta. Inoltre siccome a questa idea si dà credito che vi corrisponda un essere che la attui realmente, allora ci si chiede: cè o non cè il Dio di cui noi si ha ben chiara lidea? La storia umana registra innumerevoli «spiegazioni scientifiche» di come sia sorta e come luomo si sia inventata lidea di Dio. Chi dalla paura della natura, chi da rapporti economici, chi da pulsioni sessuali, chi da rapporti sociali alienati, chi dai culti dei morti, chi dallo spirito di gruppo e di conservazione, ecc. ecc. Si noti ciascuna di queste teorie, che sono anche tra loro contrarie, afferma di essere «scientifica» cioè assoluta e necessaria, per cui le altre dovrebbero essere false. A me pare che sia una falsificazione a vicenda, e forse sarà bene mettersi a pensare da altra prospettiva. A. Lang (Introduzione alla filosofia della religione, 1969) dice che nonostante lumanità di tutti i tempi e luoghi si sia raffigurata lidea di Dio in modi diversi: astri, luci, soli, animali, luoghi, monti, tuttavia essa nel pensiero umano è un concetto sempre uguale: Dio è lessere perfettissimo per sé sussistente. Questo è molto interessante, perché allora se lidea fosse uninvenzione umana è chiaro dovrebbe essere diversa nei contenuti, nei popoli, nei tempi, e invece è diverso il «modo» di rappresentarla (=la religione), ma non il concetto (=loggetto di fede). Gilson (Lateismo difficile, 1986) segue questa linea, e in sintesi dice: posso aver visto migliaia di soli splendere, ma mai e poi mai questi potrebbero suggerirmi lidea di Dio. Mentre è vero il contrario: se in me cè lidea di Dio, la vista anche di un solo sole mi viene incontro per aiutarmi a spiegare il concetto che ho in me di Dio. E questo mi pare coerente con il fare umano: quando non troviamo parole per dire quello che pensiamo si ricorre a un esempio. Ma non il contrario. Infatti supponiamo che noi non soffrissimo la fame, potremmo vedere infiniti leoni mangiare, ma non ci potrebbe mai venire in mente la fame. Al contrario se noi abbiamo fame per poterla ben spiegare facciamo lesempio: una fame da leone. Santa Caterina da Siena pare che abbia visto il mare per la prima volta nel 1374, aveva 27 anni, ebbene stando alla riva e guardando questa grande e tranquilla distesa dacqua, la prima cosa che le venne in mente fu di somigliarlo allidea di Dio che aveva: mare pacioso! Non il mare le suggerì lidea di Dio, ma il Dio, che dentro lei viveva, poteva esser somigliato al mare pacioso, che le si apriva davanti agli occhi. Se fosse il mare a generare lidea di Dio nelluomo, allora tutti gli uomini che stanno al mare dovrebbero credere, e quelli che non ci stanno dovrebbero essere atei, ecc. ecc. A mio modesto avviso Gilson ha ragione. È la spiegazione più semplice e convincente, e quella più aderente alla realtà. Questo tuttavia non chiarisce come lidea di Dio sia presente nel pensiero umano, e comè che a questa idea gli diamo valore reale, mentre invece per esempio lidea di chimera la stimiamo semplicemente una fantasia. Cartesio ritiene che lidea di Dio sia una presenza assoluta e originaria, anche se non sappiamo come e perché ci sia. È difficile dargli torto. Sembra quasi che luomo nasca con questa «relazione al divino», come se Dio fosse un «proprium», un qualcosa della stessa natura umana. Indicazioni che non dimostrano né si dimostrano, ma suggestive, perché si capisce che toccano qualcosa di vero, anche se non riusciamo a razionalizzarlo. |
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