In Dialogo il Teologo Risponde |
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In quale momento della
storia umana è avvenuto il peccato originale? Ho una domanda a cui non riesco a rispondere. Sia che si accetti la teoria creazionista che quella evoluzionista, sappiamo che luomo è apparso sulla terra milioni di anni fa e che da allora si è evoluto radicalmente. Allora, a che punto della storia porre il peccato originale e in che modo? Mariangela Luci Risponde don Gianni Cioli, docente di Teologia Morale La domanda non riguarda la questione complessa e delicata del «peccato originale originato», ovvero in che cosa consista quella condizione di colpa che precede la libertà e che appartiene allessere umano fin dal concepimento; dalla quale siamo liberati per mezzo del battesimo in virtù della redenzione in Cristo e che, tuttavia, lascia tracce negative nella nostra libertà sì che non sempre siamo in grado di fare il bene che vorremmo. La domanda riguarda la questione del «peccato originale originante»: il primo atto peccaminoso compiuto dai progenitori, ossia dai primi esseri umani, e da cui avrebbe appunto avuto origine lintera storia della colpevolezza che ha comportato la redenzione. Quando e in che modo sarebbe avvenuto il primo atto peccaminoso, «peccato originale originante»? Si domanda la nostra lettrice, tenendo conto che - si accetti o no la teoria evoluzionista - i dati della paleontologia ci attestano comunque unevoluzione. I risultati delle indagini scientifiche non appaiono di fatto armonizzabili con il racconto di Genesi, 3 in cui la tradizione teologica e dottrinale della chiesa ha visto lattestazione del peccato originale originante. Negli anni 50 del secolo scorso alcuni teologi hanno proposto interpretazioni concordiste, miranti cioè ad armonizzare la lettera del testo biblico con i dati delle scienze. Si affermava che lo stato paradisiaco era frutto di un intervento speciale di Dio, allinizio della storia umana, di durata però talmente breve da non poter aver lasciato vestigia scientificamente controllabili. Questa linea teologica non appare convincente. Lesegesi biblica odierna ha fatto chiaramente comprendere che lo scopo dei primi capitoli della bibbia non è quello di raccontare con esattezza i fatti avvenuti ma di offrire una eziologia, ovvero un racconto sapienziale delle origini che possa fornire una interpretazione della storia passata e presente. Venendo alla questione, la fede della Chiesa ci chiede di credere che vi è stato un peccato allinizio della storia umana. Questo ha dato luogo a una misteriosa solidarietà nella colpa a cui la redenzione in Cristo ha contrapposto una più grande solidarietà nella grazia. La fede non ci dice tuttavia che il peccato in questione debba essere inteso esattamente nei termini della disobbedienza narrata nel primo libro biblico. Ammettendo lipotesi evoluzionista e ipotizzando dunque che a un determinato punto dellevoluzione sia avventa lominizzazione, ossia che lanimale da cui luomo discende sia diventato un essere umano, a immagine e somiglianza di Dio, capace dintendere e di volere Si può anche pensare che a quel punto vi sia stata la disobbedienza: il no del libero arbitrio allofferta di unalleanza concessa da Dio come dono di grazia allinizio della storia. Comunque li si voglia intendere, i doni preternaturali, grazie ai quali lumanità sarebbe stata esente dai mali che laffliggono, potrebbero essere intesi come doni propri di una condizione virtuale anziché storica, ovvero ci sarebbero stati se lessere umano non avesse peccato. Se si ammette lipotesi evoluzionista possono sorgere difficoltà a sostenere una visione strettamente monogenista. Il monogenismo è la convinzione che tutti gli esseri umani nati in stato di peccato originale debbano discendere fisicamente da colui che ha commesso il primo peccato. In passato la Chiesa ha difeso questa idea perché non si vedeva come il poligenismo, cioè lipotesi di più «fili» genetici allorigine del genere umano, potesse conciliarsi con il dogma. La letteratura teologica contemporanea invece è decisamente incline a ritenere il poligenismo scientifico compossibile con i dati della fede. In una umanità in evoluzione il rifiuto della grazia da parte del primo individuo giunto al pieno uso della ragione avrebbe avuto influenza su tutti gli esseri umani anche se non dipendenti da lui per una discendenza genetica. |
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