Il
Teologo Risponde:
Quanti anni aveva Gesù alla sua
morte? I documenti storici dicono 36
Volevo sapere se l'età di Gesù alla sua morte,
33 anni, è una convenzione che fa parte della tradizione,
oppure se la conosciamo con certezza in base ai Vangeli e
ad altri documenti storici
Risponde don Stefano Tarocchi, preside della Facoltà
teologica dellItalia centrale
Per stabilire letà complessiva di una
persona, anche del figlio di Dio, bisogna risalire alla
data della nascita e della morte. Anche se i Vangeli non
sono testi storiografici, tuttavia sono lunica
fonte attendibile che ci consente di risalire agli eventi
di cui stiamo parlando.
Cominciamo dalla data della morte di Gesù, che ha dato
origine al computo tradizionale di trentatré anni della
sua vita.
Gesù muore, di venerdì, nel giorno della Parasceve,
cioè della preparazione di una Pasqua che secondo le
fonti evangeliche cadeva in giorno di sabato, e in
conseguenza di ciò era considerata particolarmente
solenne: «era la Parasceve della Pasqua, verso
mezzogiorno
Era il giorno della Parasceve e i
Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce
durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel
sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le
gambe e fossero portati via.
Ora, nel luogo dove
era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino
un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora
posto. Là, dunque, poiché era il giorno della Parasceve
dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero
Gesù» (Gv 18,28; 19,14.31.42).
Lo stesso Vangelo di Giovanni aveva detto che quanti si
erano impadroniti di Gesù lo «condussero dalla casa di
Caifa nel pretorio [il luogo dove si trovava Ponzio
Pilato]. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel
pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la
Pasqua» (Gv 18,38).
I tre Vangeli sinottici sono concordi nel parlare dellora
nona (Mt 27,46-50; Mc 15,34-37; Lc 23,44-46): le tre del
pomeriggio, che corrispondono al tempo in cui si
preparavano gli agnelli per la cena Pasquale.
Anche qui si trova usata la parola Parasceve. Matteo: per
dare uno squarcio sul giorno del sabato pasquale e al
disegno di costruire una versione diversa della tomba
vuota: «il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si
riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i
farisei» (Mt 27,62). Marco: per raccontarci la
preparazione della sepoltura di Gesù: «Venuta ormai la
sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del
sabato, Giuseppe d'Arimatea
con coraggio andò da
Pilato e chiese il corpo di Gesù»: Mc 15,42). Luca: per
notare il momento esatto in cui Gesù viene deposto dalla
croce: «Era il giorno della Parasceve e già splendevano
le luci del sabato» (Lc 23,54).
Ora, comè noto, la data della Pasqua aveva a che
fare sia con il calendario lunare che con quello solare.
Il che permette di avere costantemente in primavera il
mese di Nisan, il primo mese secondo il calendario che fa
coincidere il capodanno con la data dellesodo dallEgitto
del popolo ebraico, e corrisponde al nostro marzo-aprile.
Ora ci sono due Pasque in corrispondenza di questo
particolare sabato: quella dellanno 30 e quella
dellanno 33. Sembra più probabile la prima delle
due, anche perché dobbiamo rifuggire dal computo del
monaco Dionigi il piccolo, che calcola la data di nascita
di Gesù Cristo nellanno 753 dalla fondazione di
Roma.
Veniamo a questultima: i Vangeli affermano che
Gesù nacque sotto il regno di Erode il grande, che muore
nel 4 a.C., dopo aver regnato dallanno 37 (era nato
nel 73 a.C.).
Secondo il vangelo di Matteo, quando Erode «si accorse
che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e
mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme
e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in
giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza
dai Magi» (Mt 2,6). Tutto ciò si interseca anche sullevento
citato dal Vangelo secondo Luca, ossia il celebre
censimento per cui la santa famiglia sale dalla Galilea a
Betlemme. Secondo il Vangelo di Matteo, invece con
buona pace di quanti in modo un po ingenuo fondano
in una sola storia i diversi racconti dei Vangeli ,
arriva a Nazareth solo di ritorno dallEgitto:
«Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in
sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi
con te il bambino e sua madre e va' nella terra d'Israele;
sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il
bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed
entrò nella terra d'Israele. Ma, quando venne a sapere
che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre
Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si
ritirò nella regione della Galilea (Mt 2,19-22).
Ma torniamo al censimento raccontato da Luca: «in quei
giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si
facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo
censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della
Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella
propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla
città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide
chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e
alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a
Maria, sua sposa, che era incinta» (Lc 2,1-5).
Questo censimento, secondo lultimo saggio di Ravasi,
sarebbe avvenuto solo nel 6-7 d.C... Alcuni anni fa venne
ipotizzata unulteriore datazione a motivo di uniscrizione
su un manufatto donato al museo di Israele di Gerusalemme:
la data del censimento sarebbe da anticipare allanno
11 a.C. (Di Segni).
La maggior parte degli studiosi però propende per una
datazione intermedia: ovvero lanno 6 a.C., due anni
prima della morte di Erode. Ciò permetterebbe di
unificare i diversi censimenti dellimpero di Cesare
in quello descritto dal Vangelo secondo Luca sotto il
governatore romano di Siria. Va detto, inoltre, che di
per sé tutto questo va naturalmente legato con la data
in cui limperatore Aureliano (270-275) volle
«ufficializzare il culto del Sol Invictus, edificandogli
un tempio sul colle Quirinale con un nuovo corpo di
sacerdoti (Pontifices Solis Invicti); il tempio venne
consacrato il 25 dicembre 274 in una cerimonia chiamata
Dies Natalis Solis Invicti
da cui derivò nel
quarto secolo listituzione cristiana della data del
Natale di Gesù». Prima di Aureliano, limperatore
Eliogabalo (218-222), di origine siriana, sovvertì le
tradizioni religiose romane sostituendo a Giove, signore
del pantheon romano, la nuova divinità solare del Sol
Invictus che aveva gli stessi attributi di Mitra, Dio
solare della città di Emesa [lattuale Homs, in
Siria]» (Penna).
Premesso che lanno zero non esiste, e quindi si
passa dallanno 1 a.C. allanno 1 d.C., Gesù
ha ragionevolmente vissuto circa 36 anni. Così, quello
che importa realmente, nonostante alcuni sostengano il
contrario, è che la sua vicenda umana, avvenuta in un
angolo marginale dellImpero Romano è perfettamente
inserita nella storia dellumanità.
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