Teofane il Recluso
È assolutamente indispensabile che l'opera interiore
inizi al più presto possibile
Raccogliti nel tuo cuore e lì
pratica la meditazione nascosta.
Attraverso di essa e con l'aiuto della grazia di Dio lo
spirito di zelo manterrà il suo carattere autentico,
bruciando più o meno ardentemente. La meditazione
nascosta ci immette nel sentiero della preghiera
interiore, che è la strada più diretta verso la
salvezza.
Potremmo addirittura lasciar perdere tutto il
resto e dedicarci solo a quest'opera e tutto
andrebbe bene. Al contrario, se adempissimo tutti gli
altri doveri e trascurassimo proprio questo compito, non
produrremmo alcun frutto.
Chi non entra in se stesso e non fa
attenzione a questo dovere spirituale non farà alcun
progresso. Bisogna anche riconoscere che questo compito
è estremamente difficile, soprattutto agli inizi, ma d'altro
lato dà frutti immediati e copiosi. Un padre spirituale
dovrebbe perciò iniziare i suoi discepoli alla pratica
della preghiera del cuore non appena possibile e poi
confermarli in questa abitudine. È possibile iniziarli
ad essa già prima delle osservanze esteriori, oppure
contemporaneamente ad esse: ad ogni modo è
essenziale non aspettare quando sia troppo tardi.
Questo perché il seme della crescita spirituale consiste
nell'interiore rivolgersi a Dio; tutto quello che è
necessario è spiegare chiaramente queste cose,
sottolinearne l'importanza, indicare il modo per
accostarvisi.
Se questo tessuto connettivo è intrecciato in noi,
allora anche ogni dovere esteriore verrà eseguito con
volontà, con successo e con frutti: senza di esso ogni
attività esteriore sarà come una corda marcia che si
spezza continuamente. Bisogna fare molta attenzione
perché questa pratica deve procedere passo a passo,
lentamente e con molta disciplina; se questa via di vita
non viene imboccata gradualmente, perde la sua
caratteristica essenziale e si riduce a nient'altro che
un'osservanza esteriore di regole.
Perciò, anche se esistono persone che riescono a passare
da una regola esterna ad una vita interiore, il principio
immutabile dev'essere quello di rivolgersi verso l'interiore
appena possibile e lì accendere lo spirito di zelo.
Apparentemente tutto sembra così semplice, ma se non sai
cos'è la preghiera interiore, ti puoi sforzare a lungo
senza ottenere nulla.
Questo dipende dalla natura dell'attività fisica, che è
più facile e perciò attraente, mentre l'attività
interiore è difficile e perciò non ci attira.
Colui che si attacca all'attività fisica come essenziale,
finirà lui stesso per diventare materiale, si andrà
pian piano raffreddando e il suo cuore si commuoverà
sempre meno e si allontanerà sempre più dall'opera
interiore che ha appena intrapreso e la metterà da parte
pensando di poterla riprendere quando egli sarà più
maturo.
In seguito, quando guarderà al suo passato, si renderà
conto di essersi lasciato sfuggire il momento favorevole:
invece di aver lavorato gradualmente per giungere ad una
piena vita interiore, in tutto questo tempo è diventato
incapace di una simile attività.
Questo non significa che dobbiamo lasciar perdere il
lavoro esteriore, il quale anzi è complementare di
quello interiore: entrambi dovrebbero procedere insieme. La
priorità dev'essere data all'adorazione interiore,
perché bisogna servire Dio in spirito, bisogna adorarlo
in spirito e verità.
Le due attività sono interdipendenti, ma dobbiamo sempre
aver presente il loro valore rispettivo: dobbiamo
impedire che l'una prevalga sull'altra o che siano motivo
di divisione nella nostra fedeltà a Dio.
Teofane il Recluso
Tratto dall'arte della preghiera - Gribaudi
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