Preghiera del Cuore - IL NOME DI GESÙ E IL PADRE
 


Preghiera del Cuore

IL NOME DI GESÙ E IL PADRE


La nostra lettura del Vangelo rimarrà superficiale finché vi vedremo soltanto un messaggio rivolto agli uomini o un genere di vita offerto agli uomini. Il cuore del Vangelo è il misterioso rapporto di Gesù col Padre, il segreto del Vangelo È: Gesù rivolto verso Lui.

Questo è il mistero fondamentale della vita del Signore. L'invocazione del Nome di Gesù ci può fornire qualche reale, sebbene debole passeggera, partecipazione a questo mistero.

« In principio era il Verbo ›› (Giovanni, 1, 1). La persona di Gesù è la Parola vivente pronunciata eternamente dal Padre. Come il Nome di Gesù, per una speciale divina dispensazione, è stato scelto per significare la vivente Parola proferita dal Padre, possiamo dire che questo Nome partecipa in una certa misura a questa eterna emissione della Parola. In un modo antropomorfico (facile a correggere) possiamo dire che il Nome di Gesù è l'unico vocabolo umano che il Padre pronuncia da sempre.

Il Padre genera eternamente il suo Verbo e dona sempre se stesso attraverso la generazione del Verbo. Se ci sforziamo di avvicinarci al Padre attraverso l'Invocazione del Nome di Gesù, dobbiamo innanzi tutto, pronunciando il Nome, contemplare Gesù come l'oggetto dell'amore e della donazione del Padre. Dobbiamo sentire (nel nostro modo limitato) l'effusione di questo amore e questo dono nel Figlio. Abbiamo visto la colomba discendere sopra di Lui, ascoltiamo ora la voce del Padre: « Tu sei il mio figlio diletto, in Te mi sono compiaciuto ›› (Luca, 3, 22).

E adesso introduciamoci con umiltà nella coscienza filiale di Gesù. Dopo aver trovato nella parola « Gesù ›› la dichiarazione del Padre: « Mio Figlio! ››, Gesù non ha altro scopo che di rilevare il Padre e di esserne il Verbo. Non solo le opere di Gesù, nella vita terrena furono atti di perfetta obbedienza al Padre: « Il mio cibo è nel fare la volontà di colui che mi ha inviato ››; non solo la morte sacrificale di Gesù adempie la instancabile domanda dell'Amore (del quale il Padre è la fonte): « Nessuno ha più grande amore di colui che fa gettito della propria vita... ›› (Giovanni, 15, 13), ma tutta l'essenza di Gesù è l'espressione perfetta del Padre.

Gesù è « La luminosità della sua gloria, l'immagine manifesta della sua persona (Ebrei, 1, 3). « La Parola era in Dio ›› (Giovanni, 1, 1) la traduzione con Dio non è esatta. È questo eterno orientamento del Figlio verso il Padre, il suo eterno rivolgersi a Lui che noi dovremmo esperimentare nel Nome di Gesù. Vi è più nel Sacro Nome che il « volgersi verso il Padre ›› .

Nel dire « Gesù ›› possiamo in qualche misura congiungere il Padre e il Figlio, e comprendere la loro unità rendendola nostra. Nel medesimo momento che pronunziamo il Sacro Nome, Gesù stesso dice a noi come disse a Filippo: « Non credi tu che Io sia nel Padre ed il Padre in me?... Credimi che Io sono nel Padre e il Padre è in Me ›› (Giovanni, 14, 10).

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La Preghiera del Cuore che viene proposta è una variante in unione con il Salmo Responsoriale della Liturgia quotidiana



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