SILVANO DEL MONTE ATHOS
LA LOTTA SPIRITUALE - LA GRANDE SCIENZA |
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Tutti coloro che si sono messi al
seguito del Signore nostro Gesù Cristo sostengono una
lotta spirituale. I Santi, attraverso una lunga
esperienza, hanno imparato dallo Spirito santo a
combattere questa guerra. Lo Spirito santo li guidava e
li consigliava, e dava loro la forza di vincere i nemici;
mentre senza lo Spirito santo l'anima non può neppure
incominciare questa lotta perché da sola non sa e non
comprende nè dove, nè quali sono i Suoi nemici.
Il nostro combattimento si svolge ogni giorno ed a ogni
ora. Se rimproveri un fratello o lo giudichi o lo
contristi, allora hai perso la tua pace. Se hai accolto
un pensiero di vanità o hai disprezzato il fratello, hai
perduto la grazia. Se sei assalito da un pensiero impuro
e non lo scacci subito, lamore di Dio fuggirà
dalla tua anima e resterai privo di fiducia nella
preghiera. Se ami il potere o il denaro, non conoscerai
mai l'amore di Dio. Se vuoi fare la tua volontà, sei
ormai sconfitto dal nemico e lo scoraggiamento si
impadronirà dell'anima tua. Se odi tuo fratello, questo
significa che ti sei staccato da Dio e che uno spirito
malvagio ti tiene in suo potere.
Ma se tu fai del bene al fratello, troverai la
tranquillità di coscienza. Se rinuncerai alla tua
volontà, con questo respingerai i nemici ed otterrai la
pace dell'anima. Se perdoni a tuo fratello le offese ed
ami i nemici, riceverai la remissione dei tuoi peccati, e
il Signore ti farà conoscere l'amore dello Spirito santo.
E quando ti sarai completamente umiliato, allora troverai
anche perfetto riposo in Dio.
Quando l'anima è umile e lo spirito di Dio dimora in lei,
l'uomo gode la beatitudine dell'amore divino e non teme
più nessun male qui sulla terra, ma desidera rimanere
sempre umile davanti a Dio ed amare il fratello. Ma se l'anima
cede alla vanità, la sua festa è finita, perché la
grazia l'abbandona ed essa non può più pregare con
spirito puro, ma è assalita e tormentata da pensieri
malvagi.
Perché l'uomo soffre sulla terra, perché
sopporta afflizioni e subisce sventure?
Noi soffriamo perché non abbiamo umiltà. Nell'anima
umile vive lo Spirito santo, che dà all'anima libertà,
pace, amore, felicità. Soffriamo perché non amiamo il
fratello. Il Signore dice: « Amatevi gli uni gli altri,
e sarete miei discepoli ». A causa dell'amore per il
fratello viene a noi l'amore soave di Dio. E un
dono dello Spirito santo; e la pienezza di esso si
conosce solo per mezzo dello Spirito santo. Ma c'è anche
un amore modesto, che l'uomo ha quando si sforza di
osservare i comandamenti di Cristo e teme di offendere in
qualche cosa Dio: anche questo è buono. Dobbiamo
sforzarci ogni giorno di fare il bene ed imparare con
tutte le nostre forze l'umiltà di Cristo. Il Signore ha
detto ai suoi discepoli: « Vi dò la pace » (Gv 14,. 27).
Questa divina pace di Cristo, dobbiamo chiederla a Dio, e
il Signore la darà a chi la chiede. E quando l'avremo
ottenuta dobbiamo devotamente custodirla ed accrescerla.
Chi, nel momento dell'afflizione, non si affida alla
volontà di Dio, non può conoscere la misericordia
divina. Se ti colpisce una disgrazia, non abbatterti, ma
ricordati che il Signore ti guarda con misericordia, e
non pensare in cuor tuo: «Potrà il Signore rivolgere
ancora il suo sguardo verso di me, seppure io l'ho offeso?»,
perché il Signore è per natura Misericordia. Ricorri
dunque a Dio con fede, e, come il figlio prodigo del
Vangelo, dì: «Non sono degno di essere chiamato tuo
figlio», e vedrai quanto sarai amato dal Padre, e allora
sorgerà una gioia indicibile nell'anima tua.
Gli uomini non si sforzano di imparare l'umiltà e a
causa della loro superbia non possono ricevere la grazia
dello Spirito santo, e questo è il motivo della
sofferenza del mondo intero. Ma se gli uomini
conoscessero il Signore e quanto Egli è buono, umile e
mite, in una sola ora cambierebbe l'aspetto di tutto il
mondo e ogni uomo troverebbe gioia e pace.
Il Signore misericordioso ci ha dato il pentimento, e,
con il pentimento, tutto è riparato. Con il pentimento
riceviamo la remissione dei peccati, con il pentimento
viene la grazia dello Spirito santo, e con esso noi
conosciamo Dio.
Se qualcuno ha perduto la pace e soffre, si penta e il
Signore gli concederà quella pace santa che diede ai
suoi Apostoli. Se un popolo o uno Stato soffre, allora
bisogna che tutti si pentano e ogni cosa sarà
ristabilita da Dio.
Tutta la nostra lotta spirituale ha lo scopo di farci
diventate umili. I nostri avversari caddero per orgoglio,
e trascinano anche noi verso quella stessa strada di
perdizione. Ma noi, fratelli, umiliamoci, e allora
vedremo la gloria del Signore già qui, sulla terra (Mt
16, 28; Mc 9, 15), perché il Signore concede agli umili
di conoscerLo mediante lo Spirito santo.
Un'anima che ha gustato la dolcezza dell'amore di Dio è
completamente rigenerata e totalmente trasformata, e ama
il Signore, ed aspira a Lui con tutto il suo essere
giorno e notte, finché a un certo momento rimane
appagata in Dio; ma poi, ricordandosi del mondo, comincia
ad affliggersi per esso, e prega con tutto il suo cuore
per il mondo intero. Il Signore misericordioso dona all'anima
sia il riposo in Dio che un cuore che soffre per il mondo
intero, affinché tutti gli uomini si pentano e giungano
al Paradiso. L'anima che ha conosciuto la dolcezza dello
Spirito santo desidera che tutti l'abbiano, perché la
dolcezza del Signore impedisce all'anima di essere
egoista e le dona l'amore che sgorga dal cuore.
Amiamo il Signore, il quale ci ha amato per primo
e ha patito per noi.
Non vi nasconderò quali sono le azioni per cui il
Signore ci dona la sua grazia. Non scriverò molto, ma,
vi prego: amatevi l'un l'altro, e allora vedrete la
misericordia del Signore. Amiamo il fratello, e il
Signore ci amerà.
Non pensare che il Signore ti ami se tu provi dell'avversione
per qualcuno, oh no! Piuttosto sono i demoni che ti amano,
e tu sei guidato da loro, [perché sei diventato loro
servo.] Non tardare dunque a pentirti e chiedi al Signore
la forza di amare il fratello, e allora vedrai la pace
nella tua anima.
Con tutte le forze domandate al Signore l'umiltà e l'amore
fraterno, perché, a causa dell'amore per il fratello, il
Signore ci dà in dono la sua grazia.
Prova a fare ciò: un giorno chiedi al Signore la forza
di amare il fratello, e un altro giorno resta senza amare.
Allora ne scoprirai la differenza. I frutti spirituali
dell'amore sono evidenti: pace e gioia nell'anima, e ogni
uomo sarà per te amico carissimo, e verserai molte
lacrime per il prossimo e per ogni essere che respira e
per ogni creatura.
Spesso, per un semplice saluto, l'anima sente dentro di
sé un benefico cambiamento; e, viceversa, per un solo
sguardo ostile, si perde l'amore e la grazia di Dio.
Pentiti immediatamente, allora, perché la pace di Dio
ritorni nell'anima tua.
Felice l'anima che ama il Signore ed ha imparato da Lui l'umiltà.
Il Signore ama l'anima umile, la quale spera fortemente
in Dio. Ad ogni istante essa sente la misericordia di Dio,
tanto che, anche se parla con gli uomini, rimane tuttavia
assorta nel Signore amato; e a causa della lunga lotta
contro i nemici lanima ama l'umiltà al disopra di
ogni altra cosa, e non lascia che i nemici le tolgano l'amore
fraterno.
Se amiamo con tutte le forze il fratello e umiliamo l'anima
nostra, la nostra vittoria sarà sicura, perché il
Signore dà la sua grazia soprattutto a causa dell'amore
per il fratello.
Ho conosciuto soltanto per esperienza lo Spirito
santo nella sua pienezza, ma non sono capace di
conservare questo stato.
Infelice me, perché ho speso con negligenza i miei anni
giovanili, e non ho imitato il mio santo patrono Simeone
lo Stilita - la sua vita è meravigliosa! Aveva sette
anni quando gli apparve il Signore, ed egli lo riconobbe
immediatamente e gli domandò: « Signore, come ti hanno
crocifisso? » Il Signore distese le braccia e rispose:
« Così mi hanno crocifisso, ma sono stato Io a volerlo.
Ed anche tu crocifiggi te stesso ogni giorno insieme a me!
»
Dunque dobbiamo tendere al bene per tutta la nostra vita,
e la cosa più importante è perdonare agli altri, i loro
errori, e allora il Signore non si ricorderà dei nostri
peccati e ci darà la grazia dello Spirito santo.
Quando vivevo nel mondo, amavo perdonare di cuore;
perdonavo facilmente e pregavo volentieri per quelli che
mi offendevano. Quando giunsi al monastero, sebbene fossi
ancora novizio, ricevetti una grazia grande che mi
insegnò ad amare i nemici.
Il santo Apostolo Giovanni il Teologo dice che i
comandamenti di Dio non sono pesanti, ma leggeri (cfr. Gv5,
3). Sì, sono leggeri, ma solo a causa dell'amore; senza
l'amore tutto è difficile. Perciò conserva l'amore con
tutte le tue forze; non lasciartene privare, perché,
anche se è possibile che tu lo ricuperi, ciò potrà
avvenire solo tramite molte lacrime e preghiere; e senza
l'amore la vita sulla terra è penosa. Rimanere nell'odio
è la morte dell'anima; che il Signore ce ne guardi.
L'anima che il Signore ha visitata e a cui ha donato la
grazia, se perde questa grazia per qualche motivo, prova
una grandissima sofferenza, e desidera ritrovarla. Oh,
come essa scongiura il Signore giorno e notte perché
abbia pietà di lei e riversi di nuovo su di lei la sua
misericordia! E chi potrebbe descrivere i suoi lamenti,
le sue lacrime, le sue genuflessioni. E per molti, molti
anni l'anima si affannerà cercando quella grazia che ha
gustata e goduta. Ed accade che il Signore per lungo
tempo mette alla prova l'anima, per vedere se è fedele.
E l'anima, non vedendo dentro di sé la dolcezza che ha
conosciuto, ne ha sete ancora, e umilmente la ricerca, e
incessantemente si protende verso il Signore con ardente
amore.
Quando possiedi la grazia, è facile amare Dio, e pregare
giorno e notte; ma l'anima saggia sopporta anche l'aridità
e incrollabilmente spera nel Signore e sa che il Signore
non deluderà la sua speranza e che al momento giusto la
ricompenserà generosamente. La grazia di Dio qualche
volta arriva subito; qualche volta, invece, tarda a lungo.
[Ma l'uomo saggio si umilia, ama il suo prossimo e
sopporta con pazienza la sua croce; in questo modo egli
vince i nemici che tentano di strappano a Dio.
Quando, come nuvole, i peccati oscurano la luce della
divina misericordia, l'anima, anche se ha sete del
Signore, rimane impotente e senza forza, come un uccello
chiuso in gabbia, che desidera i verdi boschi, ma non vi
può volare e non può cantare in libertà il suo inno di
lode a Dio.]
Per molto tempo io ho sofferto perché non conoscevo la
via che conduce al Signore. Ma ora, attraverso molte
afflizioni durate molti anni, e per mezzo dello Spirito
santo, ho conosciuto la volontà di Dio. Tutti i
comandamenti che il Signore ci ha dati (Mt 28, 20)
dobbiamo adempierli con diligenza, perché questa è la
strada che conduce al Regno dei cieli. Tuttavia, non
immaginarti di vedere Dio, ma umiliati e pensa che dopo
la morte sarai gettato nell'oscurità e ti tormenterai e
con desiderio e affanno sentirai la mancanza del Signore.
La grazia di Dio ci protegge quando noi versiamo lacrime
e umiliamo la nostra anima. Ma se abbandoniamo il pianto
e l'umiltà, allora saremo tentati dai pensieri o dalle
visioni. L'anima umile non ha visioni e non ne desidera,
ma prega Dio con spirito puro. Lo spirito orgoglioso non
è mai puro dai pensieri e dall'immaginazione, e può
giungere anche fino al punto di vedere i demoni e di
parlare insieme a loro. Scrivo ciò avendo io stesso
esperimentato questa disgrazia.
Io esorto tutti gli uomini: ricorriamo al pentimento e
allora vedremo la misericordia del Signore. Quelli invece
che hanno visioni e le accettano e vi credono, li esorto
a comprendere che a causa di ciò nasce dentro di essi l'orgoglio,
e con esso il piacere della vanità, dove non può
sussistere l'umile spirito di penitenza. E in questo sta
il pericolo, perché senza umiltà è impossibile vincere
i nemici dell'anima.
Io stesso sono stato ingannato due volte. La prima volta,
il Nemico mi fece vedere la luce, e il pensiero mi disse:
«Accetta - è grazia». La seconda volta accolsi una
visione, e a causa di questo soffrii terribilmente. Alla
fine di una veglia, quando cominciarono a cantare il
salmo: «Opere tutte, lodate il Signore», sentii il re
Davide cantare nei cieli un inno di lode a Dio. Mi
trovavo in coro, e mi sembrò che non ci fosse più il
tetto né la cupola, e che io vedessi i cieli aperti.
Raccontai questo fatto a quattro uomini spirituali, ma
nessuno di loro mi disse che ero stato ingannato dal
Nemico. Io, personalmente, pensavo che i demoni non
potessero glorificare Dio, e che, di conseguenza, questa
visione non veniva dal Nemico. Ma l'illusione della
vanità mi tormentava, e di nuovo cominciai a vedere dei
demoni. Allora mi resi conto di essere stato ingannato, e
rivelai tutto al mio padre spirituale, chiedendo le sue
preghiere per me. E grazie alle sue preghiere fui salvo;
e ora supplico continuamente il Signore di concedermi lo
spirito di umiltà.
Se qualcuno adesso mi chiedesse: «Che cosa vuoi
da Dio, quali doni? », io risponderei: « Lo spirito di
umiltà, che più piace al Signore ».
A causa della sua umiltà, la Vergine Maria diventò
Madre di Dio ed è glorificata nel cielo e sulla terra al
di sopra dl ogni essere. Ella si affidò completamente
alla volontà di Dio: «Ecco la serva del Signore ». E
noi dobbiamo imitare la santa Vergine.
Due volte mi sono trovato nell'illusione spirituale. La
prima volta fu all'inizio, a causa della mia inesperienza,
quando ero un giovane novizio, e il Signore ebbe presto
misericordia di me. Ma la seconda volta fu per orgoglio e
allora fui per molto tempo tormentato, prima che il
Signore mi guarisse grazie alle preghiere del mio padre
spirituale. Questo avvenne dopo che io accettai una
visione. Io parlai di questa visione a quattro uomini
spirituali, e nessuno di loro mi disse che la visione
veniva dal nemico, e così l'illusione della vanità mi
tormentava. Ma dopo qualche tempo io stesso compresi la
mia colpa perché i demoni cominciarono di nuovo ad
apparirmi, non solo durante la notte, ma anche durante il
giorno. L'anima li vedeva, ma non aveva timore di loro,
perché sentivo presso di me la misericordia di Dio. E
così per molti anni ho sofferto a causa loro. E se il
Signore non mi avesse concesso di conoscerLo per opera
dello Spirito santo, e se non mi avesse aiutato la
santissima Madre di Dio, avrei disperato della mia
salvezza; ora invece l'anima mia spera fermamente nella
misericordia di Dio, per quanto, per le mie azioni, io
sia meritevole di tormenti sulla terra e agli inferi.
Per molto tempo non riuscii a capire che cosa mi
succedesse. Pensavo: « Io non giudico gli uomini, non
accolgo pensieri cattivi, osservo con ogni cura l'obbedienza,
mangio con sobrietà, prego incessantemente. Perché
dunque i demoni hanno preso questa abitudine di venire da
me? » Vedevo che mi trovavo in errore, ma non riuscivo a
conoscerne la causa. Quando pregavo sparivano per qualche
istante, ma poi ritornavano. E per lungo tempo l'anima
mia visse con questa angoscia. Parlai di questo stato a
parecchi anziani i quali restavano in silenzio, e io ero
sconcertato.
Una notte stavo seduto nella mia cella, ed ecco la
celletta si riempì di demoni. Pregai incessantemente e
il Signore li cacciò, ma essi ritornarono. Allora mi
alzai per prostrarmi davanti alle icone, ma i demoni mi
circondarono e uno di loro si mise davanti a me in modo
che non potevo prostrarmi davanti alle icone, perché
apparentemente mi sarei prostrato davanti a lui. Allora
mi sedetti di nuovo e dissi: «Signore, tu vedi che io
voglio pregarti con spirito puro, ma i demoni me lo
impediscono. Dimmi che cosa devo fare perché se ne
vadano via da me». E venne a me la risposta del Signore
nella mia anima: «Gli orgogliosi sono sempre
perseguitati in questo modo dai demoni».
Allora dico: « Signore, Tu sei misericordioso; l'anima
mia Ti conosce; dimmi che cosa devo fare perché la mia
anima sia umiliata».
E il Signore rispose alla mia domanda: «Tieni il tuo
spirito agli inferi e non disperare».
Quanto è grande la misericordia di Dio! Io sono un
abominio davanti a Dio e agli uomini, ma il Signore mi ha
amato tanto, che mi consiglia, mi guarisce ed istruisce.
Lui stesso insegna all'anima mia lumiltà, l'amore,
la pazienza e l'obbedienza, e riversa su di me tutta la
sua misericordia.
Da allora io tengo il mio spirito agli inferi e brucio
nel fuoco tenebroso, e ardo d'amore per il Signore, e lo
cerco con le lacrime, e grido: «La fine è vicina, io
morirò ed abiterò nella buia prigione dell'inferno: là
io, solo, brucerò, e avrò nostalgia del Signore e
piangerò: Dove sei, mio Signore, tu che la mia anima
conosce? » E da questo pensiero trassi grande giovamento.
Il mio spirito venne purificato e l'anima mia trovò
riposo.
Che meraviglia: il Signore mi ha ordinato di tenere il
mio spirito agli inferi e di non disperare. Quanto è
vicino a noi: «Ecco, io sono con voi fino alla fine dei
tempi », ed ancora: «Invocami nel giorno dell'afflizione,
e io ti libererò e tu mi glorificherai» (Mt 28, 20; Sal
49, 15).
Quando il Signore tocca un'anima, allora essa si rinnova.
Ma questo è comprensibile solo a coloro che hanno
vissuto questa esperienza, perché senza lo Spirito santo
è impossibile la conoscenza delle realtà celesti.
Questo Spirito è stato mandato dal Signore sulla terra.
Chi potrebbe descrivere la gioia di conoscere il Signore
e insaziabilmente tendere a Lui giorno e notte? Oh, come
siamo fortunati noi cristiani! Non c'è niente di più
prezioso della conoscenza di Dio e niente è peggio che
non conoscerlo. Ma beato anche colui che, sebbene non lo
conosca, tuttavia crede.
Ho cominciato a fare come mi è stato insegnato dal
Signore, e il mio cuore poté conoscere il riposo in Dio,
e ora, giorno e notte, io domando a Dio l'umiltà di
Cristo.
Oh, umiltà di Cristo!
Ti conosco ma non sono capace di raggiungerti,
Ti conosco per grazia di Dio, ma non riesco a descriverti.
Ti cerco come una perla preziosa e splendente.
Tu sei delizia per l'anima e sei più dolce di ogni cosa
al mondo.
Ti ho conosciuta per esperienza.
Non stupitevi di questo, perché:
Lo Spirito santo vive in noi e ci illumina.
O Spirito santo!
Tu ci riveli la conoscenza di Dio.
Tu ci comunichi la forza di amare il Signore.
Tu ispiri i pensieri divini.
Tu ci concedi il dono della parola
Tu ci rendi capaci di glorificare Dio.
Tu ci riempi di gioia e di allegrezza.
Tu ci fortifichi per la lotta contro i nemici e trionfi
su di loro dentro di noi.
Con l'umiltà l'anima trova riposo in Dio; ma per
conservare questo riposo, deve fare un lungo tirocinio.
Noi perdiamo questo riposo perché non siamo radicati
nell'umiltà. Anch'io sono stato molto ingannato dai
nemici dell'anima. Pensavo: «L'anima mia conosce il
Signore, sa quanto Egli è buono e quanto ci ama; com'è
possibile che mi vengano cattivi pensieri?»
E per molto tempo non ho potuto raccapezzarmici, fino al
giorno in cui il Signore mi ha illuminato: allora ho
compreso che i pensieri malvagi derivano dall'orgoglio.
Un monaco inesperto era tormentato dai demoni, e
quando essi lo assalivano, egli fuggiva lontano da loro
ed essi lo inseguivano.
Se ti succedesse qualche cosa di simile, non temere e non
fuggire, ma resisti coraggiosamente, umiliati e dì: «
Signore, abbi pietà di me, grande peccatore », e i
demoni spariranno. Ma se tu fuggirai vilmente, allora
essi ti perseguiteranno fino al pauroso abisso. Ricorda
che nell'ora in cui i demoni si scatenano contro di te,
anche il Signore ti guarda, per vedere se tu poni in Lui
la tua speranza. Anche se tu vedessi Satana, e quello ti
bruciasse nel suo fuoco, tentando di afferrare il tuo
spirito, anche allora non aver paura, ma spera fortemente
nel Signore e dì: « Io sono il peggiore di tutti », e
l'Avversario fuggirà lontano da te.
Se senti uno spirito malvagio operare in te, anche allora
fatti coraggio. Confessati con spirito puro e chiedi al
Signore uno spirito umile, e il Signore certamente ti
concederà ciò che chiedi, e allora, secondo la misura
della tua umiltà, sentirai nel cuore la grazia; quando l'anima
tua si sarà umiliata fino alla fine, allora troverai il
perfetto riposo. E questa lotta l'uomo la conduce sino al
termine della sua vita.
L'anima che ha conosciuto il Signore per mezzo dello
Spirito santo, se in seguito cadesse nell'illusione
spirituale, non si spaventi, ma, ricordando l'amore di
Dio e sapendo che la lotta contro i nemici è provocata
dalla vanità e dall'orgoglio, si umili e chieda al
Signore di guarirla, e il Signore la risanerà, talvolta
subito, ma altre volte lentamente, a poco a poco. Chi
pratica l'obbedienza e ha fiducia nel suo padre
spirituale, e non pone la fiducia in se stesso, guarisce
presto da ogni ferita inflitta dal nemico. Ma chi è
disobbediente, non si potrà correggere.
L'anima lotta contro i suoi nemici sino alla tomba. Nella
guerra umana viene ucciso soltanto il corpo, ma la nostra
guerra è più difficile e più pericolosa, perché può
perire anche l'anima.
A causa del mio orgoglio il Signore ha permesso per due
volte al nemico di far guerra all'anima mia, al punto che
l'anima mia si trovava all'inferno. E posso dire che se l'anima
è coraggiosa resisterà; altrimenti può perdersi per
sempre.
Scrivo per tutti quelli che si troveranno in una simile
disgrazia: siate coraggiosi e sperate fermamente in Dio,
e i nemici si ritireranno perché saranno vinti dal
Signore. Mediante la grazia di Dio, ho conosciuto che il
Signore si prende amorevolmente cura di noi, così che
né una sola preghiera, nè un solo pensiero buono venga
dimenticato al cospetto di Dio. Spesso ci sembra che Dio
non ci ascolti, ma questo accade solo perché o siamo
orgogliosi o cerchiamo ciò che non è utile per noi.
È difficile distinguere dentro di noi l'orgoglio; ma la
grazia abbandona l'orgoglioso, affinché egli sia
tormentato dalla sua impotenza, e quindi si umili. Invece
quando l'anima si umilia i nemici sono vinti ed essa
trova una profonda pace in Dio.
Due volte ho trovato dimora nello Spirito santo, e due
volte sono stato in grave pericolo e ho sopportato una
dura tentazione. Una volta il Signore ha permesso che io
fossi messo alla prova a causa dell'orgoglio. La grazia
dello Spirito santo mi abbandonò ed io mi sentii come un
animale in un corpo umano. Nella mia mente restava un
ricordo intellettuale di Dio, ma l'anima mia restava
deserta, come negli animali. Cominciai a pentirmi e la
grazia ritornò. Questo durò tre giorni.
Allo stesso modo, durante la preghiera, mi trovai in una
tale situazione per cui, mentre l'anima mia contemplava
Dio, non sapevo se ero nel corpo o fuori dal corpo. Ma
ora io so, per esperienza, che cosa significa essere
nello Spirito santo e che cosa vuoi dire restare senza di
Lui.
O fratelli, se conosceste il tormento dell'anima che ha
vissuto nello Spirito santo ma poi l'ha perduto! Questa
tortura è insopportabile: l'anima è in un'afflizione ed
angoscia indescrivibile.
Questo era il tormento di Adamo dopo la sua
cacciata!
Chi può immaginarsi il paradiso? Solo chi porta in sé
lo Spirito santo può farsene un'idea, anche se parziale,
perché il Paradiso è il Regno dello Spirito santo, e lo
Spirito santo è lo stesso nei cieli e sulla terra.
Io pensavo: « Sono abominevole e degno di ogni castigo!»
Ma il Signore invece di punirmi mi ha dato lo Spirito
santo.
O Spirito santo, più dolce di ogni cosa terrena, cibo
celeste, gioia dell'anima! Se vuoi avere sensibilmente la
grazia dello Spirito santo, umiliati, come i santi Padri.
Abba Poemen disse ai suoi discepoli: « Credetemi,
figlioli, io sarò gettato nel luogo dove fu gettato
Satana ».
Un calzolaio di Alessandria pensava: « Tutti saranno
salvati: solo io sarò perduto ». E il Signore rivelò
ad Antonio il Grande che non era ancora giunto alla
misura della fede di quel calzolaio. I Padri sostenevano
una grande lotta contro i nemici e si abituarono a
pensare umilmente di sé, e per questo il Signore li ha
amati.
Anche a me il Signore ha fatto comprendere la forza di
queste parole. E quando tengo l'anima mia agli inferi,
essa è pacificata; quando me ne dimentico, mi assalgono
pensieri non graditi al Signore.
Pensavo: « Io sono terra, e terra peccatrice ». Ma il
Signore ha riversato su di me, in modo incommensurabile,
la sua misericordia e mi ha dato con abbondanza la sua
grazia, e il mio spirito è pieno di gioia, perché,
anche se io sono un essere abominevole, il Signore
tuttavia mi ama, e perciò l'anima mia tende
insaziabilmente a Lui, e quando lo troverò, dirò alla
mia anima: « Custodisci questo dono, affinché non ti
succeda qualcosa di peggio ».
Credetemi, scrivo davanti al volto di Dio, che conosce l'anima
mia. Per custodire la grazia bisogna continuamente
umiliarsi. E il Signore, nella sua misericordia, umilia
colui che lo serve.
Antonio il Grande pensava di essere il più anziano e il
più perfetto di tutti nel deserto, ma il Signore lo
guidò fino a Paolo di Tebe, e Antonio vide un uomo più
anziano e più perfetto di lui.
San Zosima diceva di sentirsi monaco fin dalla
fanciullezza, e nessuno poteva insegnargli qualcosa di
nuovo. Ma santa Maria Egiziaca lo umiliò ed egli
constatò di essere lontano dalla sua statura spirituale.
Il santo Tikhon di Zadonsk venne umiliato da un
folle di Cristo, che lo schiaffeggiò e gli
disse: « Non darti tante arie ».
Così il Signore con misericordia umilia i santi, in modo
che restino umili sino alla fine. Noi abbiamo un bisogno
ancora più grande di umiltà. Ed io giorno e notte
chiedo a Dio l'umiltà di Cristo. Il mio spirito ha sete
di ottenerla, poiché è il dono più sublime dello
Spirito santo. Nell'umiltà di Cristo sono contenuti l'amore,
la pace, la mansuetudine, la sobrietà, l'obbedienza, la
longanimità; insomma tutte le virtù.
L'anima umile, che porta in sé la grazia dello Spirito
santo in abbondanza, e la custodisce, troverà la forza
necessaria per sostenere un'apparizione divina. Chi ha
poca grazia cadrà faccia a terra dinanzi a una visione,
perché in lui la forza della grazia non sarà
sufficiente per restare in piedi.
Così avvenne anche sul Monte Tabor, quando il Signore fu
trasfigurato, (e mentre Mosè ed Elia parlavano con Lui
stando in piedi,) gli Apostoli caddero a terra; ma poi
quando aumentò in loro la grazia dello Spirito santo,
poterono, davanti alle apparizioni del Signore, restare
anch'essi in piedi e parlare con Lui.
Così san Sergio, quando gli apparve la Madre di Dio,
restò in piedi vicino a Lei, perché aveva la grazia
dello Spirito santo in abbondanza, mentre il suo
discepolo, Michea, cadde con la faccia a terra e non fu
capace di fissare la Madre di Dio. E Serafino di Sarov
aveva anch'egli la grazia dello Spirito santo in
abbondanza e quando gli apparve la Madre di Dio stava in
piedi, mentre la sua discepola cadde a terra, perché
aveva una grazia minore.
Quando l'anima custodisce in sé la grazia, se anche vede
dei demoni non li teme, perché percepisce dentro di sé
la forza di Dio.
Adesso è l'ora quarta di notte, sto seduto nella mia
piccola cella, come in un palazzo, nella pace e nell'amore
e scrivo. Ma quando giunge la grande grazia, allora non
riesco più a scrivere nulla.
LA GRANDE SCIENZA
Finché viviamo sulla terra, è necessario imparare a
condurre la lotta contro i nemici. La cosa più difficile
è mortificare le passioni della carne, per amore di Dio,
e vincere il nostro amor proprio.
Per vincere l'amor proprio è indispensabile umiliarsi
continuamente. Questa è la grande scienza, che non si
può possedere facilmente.
Dobbiamo pensare che siamo i peggiori di tutti e
condannare noi stessi all'inferno. Così l'anima
umiliandosi acquista il dolore del pentimento, da cui
sorge la gioia. E bene che l'anima si abitui a
pensare: « Brucerò nelle fiamme dell'inferno ».
Sfortunatamente solo pochissimi comprendono questa
pratica. Molti disperano e in tal modo si perdono. Le
loro anime si inaspriscono e non vogliono né pregare né
leggere la Scrittura, e neppure pensare a Dio.
L'essenza di questa pratica consiste nel sentire nel
cuore che sei sotto il dominio del peccato, e
conseguentemente sei indegno del Regno di Dio. Perciò
condanna te stesso alla punizione dellinferno, ma
non perdere del tutto la speranza, ricordando la
misericordia e l'amore di Dio. Quando ti condanni da te
stesso al fuoco dell'inferno, conosci il dolore e la
compunzione, e l'anima si umilia, il cuore diventa
contrito e spariscono tutti i pensieri peccaminosi, la
mente è purificata e la grazia allora trova spazio in
noi e abita in noi.
Ma è necessario conoscere i propri limiti, perché l'anima
non perda le forze. Conosci te stesso e dà all'anima un'ascesi
secondo le sue possibilità.
Non tutte le anime hanno la medesima resistenza: alcune
sono forti come la roccia, altre deboli come il fumo.
Simili a fumo sono le anime superbe. Come il Vento
disperde qua e là il fumo, così il nemico trascina dove
vuole le anime orgogliose, perché o non hanno pazienza o
si lasciano ingannare facilmente e cadono nella
disperazione. Ma le anime umili osservano i comandamenti
del Signore e restano incrollabili come uno scoglio
contro il quale si infrangono tutte le onde. Esse si sono
affidate alla volontà di Dio e Lo contemplano con la
mente, e il Signore dà loro la grazia dello Spirito
santo.
[Chi vive secondo i comandamenti sente nella sua anima la
grazia ad ogni ora e in ogni istante. Ma alcuni uomini
non riconoscono la venuta della grazia.]
Chi ha conosciuto l'amore di Dio, dirà: « Io non ho
osservato i comandamenti. Anche se prego giorno e notte e
mi affatico a praticare ogni virtù, tuttavia non osservo
il comandamento dell'amore di Dio. Solo raramente per un
istante riesco a compiere il comandamento di Dio; ma l'anima
mia desidera restare continuamente in Lui ». Quando
pensieri estranei si insinuano nella mente, allora la
mente è divisa tra Dio e qualche altro oggetto. Dunque
il comandamento « Amerai Dio con tutta la tua mente e
con tutto il tuo cuore » non è adempiuto. Invece quando
tutta la mente è in Dio e non vi sono altri pensieri,
allora è osservato il primo comandamento, ma ancora in
modo imperfetto.
L'amore verso Dio ha differenti gradi. Chi resiste ai
pensieri malvagi ama Dio secondo la sua capacità. Chi
combatte contro i peccati supplica Dio di dargli la forza
di non peccare ma, per la sua debolezza, cade di nuovo in
peccato e si affligge per questo e si pente: costui ha la
grazia nel profondo dell'anima e della mente, ma le
passioni non sono state ancora vinte del tutto.
Chi ha sconfitto le passioni non deve ormai più lottare,
ma solo vigilare su se stesso in tutto, per non cadere in
peccato. Un tale uomo ha una grazia grande e sensibile.
Chi sente la grazia nell'anima e nel corpo è un uomo
perfetto, e se conserva questa grazia, il suo corpo è
santificato e si trasforma in una sacra reliquia.
Questi brani sono tratti da
Silvano del Monte Athos, ed. Gribaudi
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