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Essere e Vivere da Cristiani


Fiumi di acqua viva

"Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: «Dal suo grembo sgorgheranno fiumi d’acqua viva». (Giovanni 7, 37-38)


Perché mai inseriamo tra le parole difficili del Vangelo questa intensa dichiarazione che Gesù proclama nell’ultimo dei sette giorni della solennità ebraica autunnale delle Capanne, una festa di luce e di acqua, memoria del soggiorno di Israele nel deserto sinaitico? Il simbolo dell’“acqua viva” era già stato esplicitato da Cristo nel suo dialogo con la Samaritana: «Chiunque beve dell’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno.

Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» (Giovanni 4,13-15). Anzi, nel nostro testo lo stesso evangelista precisa che Gesù «disse questo dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui» (7,39), cioè quello Spirito Santo che il Risorto invierà come dono ai suoi fedeli nei secoli.

Abbiamo voluto evocare questo passo per una curiosità filologica che, però, ha generato due traduzioni e interpretazioni. Mostreremo, così, come sia rilevante anche l’analisi delle parole in sé considerate.
Ora nei manoscritti antichi di solito si scrivevano i testi con le lettere maiuscole e non si aveva la punteggiatura. Se assumiamo la versione che abbiamo proposto, Cristo si presenta come una sorgente d’acqua viva a cui beve il credente. Per confermare questa immagine Gesù rimanda a una frase biblica che cita così: «Dal suo grembo sgorgheranno fiumi d’acqua viva».

In realtà, non c’è nessun versetto biblico che letteralmente corrisponda a questa citazione. Ma, secondo una prassi nota al giudaismo, Gesù procede per allusioni e per echi di passi scritturistici affini: «Dalla roccia uscirà acqua e il popolo berrà» (Esodo 17,6); «fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi» (Salmo 78,16); «in quel giorno acque vive usciranno da Gerusalemme» (Zaccaria 14,8). C’è, però, un’altra lettura che offre una punteggiatura diversa: «Se qualcuno ha sete, venga a me. Beva chi crede in me [perché], come dice la Scrittura: “Dal suo grembo sgorgheranno fiumi d’acqua viva”». Come è evidente, qui non è Cristo ma è il credente in lui a diventare una sorgente d’acqua viva per gli altri.

Dopo aver attinto l’acqua dello Spirito a Cristo, egli la effonde nel mondo, come aveva affermato lo stesso Gesù nella frase sopra citata rivolta alla Samaritana («l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua...»). Il contesto e il commento già citato dell’evangelista ci invitano, però, a optare per la prima interpretazione: è Cristo la sorgente fondamentale dell’acqua viva e non tanto il suo fedele che ad essa attinge.



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