Bisogna
avere il coraggio di pregare il Signore Lunedì,
1° luglio 2013
Se si vuole ottenere qualcosa da Dio bisogna
avere il coraggio di «negoziare» con lui
attraverso una preghiera insistente e convinta,
fatta di poche parole. Papa Francesco è tornato
così a parlare del coraggio che deve sostenere
la preghiera rivolta al Padre, con «tutta la
familiarità possibile». E ha portato come
esempio la preghiera di Abramo, il suo modo di
parlare con Dio proprio come se si trovasse a
negoziare, appunto, con un altro uomo.
È su questo che il Pontefice ha invitato a
riflettere quanti hanno partecipato questa
mattina, lunedì 1° luglio, alla messa celebrata
nella cappella della Domus Sanctae Marthae. Tra
gli altri erano officiali e collaboratori del
Pontificio Consiglio per la Promozione
dellUnità dei Cristiani, accompagnati dal
cardinale presidente Kurt Koch, il quale ha
concelebrato con il Papa.
Lepisodio al quale il Papa si è riferito
è narrato nel libro della Genesi (18, 16-33)
dove è riportata la coraggiosa intercessione di
Abramo per evitare la morte dei giusti nella
distruzione di Sodoma e Gomorra, esempio proprio
di familiarità e di rispetto verso Dio. Abramo
si rivolge a Dio come farebbe con qualunque uomo
e pone il problema, insistendo: «E se ci fossero
cinquanta giusti? Se ce ne fossero quaranta...
trenta... venti... dieci?».
Abramo, ha ricordato il Pontefice, aveva
oltrepassato cento anni. Da circa venticinque
parlava con il Signore e di lui aveva maturato
una profonda conoscenza. E dunque al Signore si
rivolge per chiedergli «cosa farà con quella
città peccatrice. Abramo sente la forza di
parlare faccia a faccia col Signore e cerca di
difendere quella città. È insistente». Egli
sente, ha spiegato ancora il Pontefice, che
quella terra gli appartiene e dunque cerca di
salvare ciò che è suo. Ma, avverte, sente anche
di dover difendere quello che appartiene al
Signore.
«Abramo ha puntualizzato Papa Francesco
è un coraggioso e prega con coraggio».
Del resto nella Bibbia, ha aggiunto, la prima
cosa che si nota è proprio laffermazione
che «la preghiera deve essere coraggiosa».
Quando parliamo di coraggio «noi pensiamo sempre
al coraggio apostolico», a quello che ci porta
«ad andare a predicare il Vangelo».
Tuttavia esiste «anche il coraggio davanti al
Signore, la parresia davanti al Signore: andare
dal Signore coraggiosi per chiedere delle cose».
E «Abramo parla con il Signore in una maniera
speciale, con questo coraggio».
Il Papa paragona la preghiera di Abramo a un
«negozio fenicio» nel quale si contratta sul
prezzo e chi chiede cerca di tirare il più
possibile per abbassare il prezzo. Abramo insiste
e «da 50 è riuscito ad abbassare il prezzo a 10»
nonostante sapesse che non era possibile evitare
il castigo per le città peccatrici. Ma lui
doveva intercedere per salvare «un giusto, suo
cugino». Con coraggio, con insistenza, però
andava avanti.
Quante volte, ha ricordato il Papa, sarà
capitato a ciascuno di noi di ritrovarsi a
pregare per qualcuno dicendo: «Signore ti chiedo
per quello, per quello...». Ma «se uno vuole
che il Signore conceda una grazia ha
sottolineato il Vescovo di Roma deve
andare con coraggio e fare quello che ha fatto
Abramo, con insistenza. Gesù stesso ci dice che
dobbiamo pregare così». E per far meglio capire
il concetto il Papa ha riproposto alcuni episodi
evangelici mostrando come, insistendo, si possa
ottenere dal Signore ciò che si chiede. Questo,
ha ripetuto, è «un atteggiamento della
preghiera. Santa Teresa parla della preghiera
come di un negoziare con il Signore. E questo è
possibile quando cè la familiarità con il
Signore. Abramo da 25 anni era con il Signore,
aveva familiarità. E per questo ha osato andare
su questa strada di preghiera. Insistere,
coraggio. È stancante, è vero, ma questa è la
preghiera. Questo è ricevere da Dio una grazia».
Il Pontefice si è poi soffermato anche su come
Abramo si rivolge al Signore: «Non dice ma
poveretti saranno bruciati... ma perdonali. Tu
vuoi far quello? Tu che sei tanto buono vuoi fare
lo stesso allempio che al giusto? Ma no, tu
non puoi far quello. Prende gli argomenti,
le motivazioni del cuore stesso di Dio. Lo stesso
farà Mosè quando il Signore vuole distruggere
il popolo: ma, no, Signore, non fare così,
perché diranno: li ha fatti uscire
dallEgitto nel deserto per ucciderli! no tu
non puoi fare così. Convincere il Signore
con le virtù del Signore, e questo è bello».
Il suggerimento dunque è andare al cuore del
Signore. «Gesù ha detto il Papa
ci insegna: il Padre sa le cose. Non
preoccupatevi, il Padre manda la pioggia sui
giusti e sui peccatori, il sole per i giusti e i
peccatori. Io vorrei ha concluso
rivolgendosi ai presenti che da oggi tutti
noi cinque minuti durante la giornata prendessimo
la Bibbia e lentamente recitassimo il salmo 102
che è quello che abbiamo recitato fra le due
letture. Benedici il Signore anima mia,
quanto è in me benedica il suo nome, non
dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona
tutte le colpe, guarisce tutte le infermità,
salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di
bontà e misericordia. Pregarlo tutto. E
con questo impareremo le cose che dobbiamo dire
al Signore, quando chiediamo una grazia».
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno
CLIII, n. 149, Lun. 01- Mart. 02/07/2013) |
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